Sul set di film immaginari – 1
Hmmmm. Sono a Fiumicino. Sala d’attesa. Un signore a fianco a me tossisce. Una tosse cavernosa profonda, catarrosa. Sinora non mi sono preoccupato. Però adesso mi guardo intorno, e vedo un bambino insopportabile con una madre giovane. La cassiera turca dell’Autogrill parla al telefono con un amante lontano. Tenera. Le due ragazze del MacDonald fanno progetti per quando smontano. E il tipo col portatile aperto di fronte a me ha la mascella quadra e il corpo segnato di chi non ha fatto sempre il manager in vita sua.
E, orrore!, due rappresentanti si stanno mostrando sul cellulare le foto dei rispettivi figli. Questo è un segnale: da qualche parte devo avere passato il confine e adesso sono dentro una storia.
E so, so con profonda certezza che adesso il tizio con la tosse si alzerà, farà due passi, barcollerà incerto e crollerà al suolo. Il bambino insopportabile lo scuoterà, «Signore? Signore?!» e poi sua madre, sporgendosi sopra di lui, griderà. E il tizio di mezza età dallo sguardo saggio che adesso legge il giornale lo toccherà sotto la gola e dirà: «Quest’uomo è morto», e lo dirà con la desolata certezza di chi ha visto un’epidemia come questa, vent’anni fa, quando sua moglie e morta e lui non ha potuto salvarla e da allora si consuma nel dolore e nel rimpianto.
E uomini in tuta bianca e maschere appariranno da ogni parte e sigilleranno gli ingressi.
Dal retro del MacDonald apparirà un ragazzo, non l’ho ancora visto ma c’è sempre un ragazzo che corre verso l’uscita gridando, e gli uomini in tuta bianca lo abbatteranno cinicamente, freddamente, ma bisognerà farlo per salvare l’umanità dall’epidemia.
E l’uomo del portatile, che è un reduce di, boh, l’Iraq penso, dirà: «Dobbiamo organizzarci». E là fuori, da qualche parte, la figlia dell’uomo dallo sguardo saggio, che è una ricercatrice come sua madre che è morta in quell’altra epidemia e da allora non parla più con suo padre, si batterà contro il tempo e contro l’ottusità dei militari per scoprire perché è morto l’uomo con la tosse cavernosa e come tirarci fuori di qui.
AIUTO! FATEMI USCIRE DI QUI!!
Postato originariamente su Facebook il 15 novembre 2008, in diretta da Fiumicino
di ritorno da una riunione di Coordinamento d’Area.
Si vede che mi ero un po’ stancato durante la giornata!
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