Il pudore del bancomat
L’altra mattina, siccome non avevo un soldo, sono andato a fare bancomat.
Io ho una vecchia carta ricaricabile di Banca Etica: Maria Bonaria ha una carta conto che ci serve per la gestione familiare e insieme abbiamo, da poco, una carta di credito che se possibile useremo credo solo per noleggiare una macchina se ci troviamo in continente (lo saprete, immagino, che per noleggiare un’auto ci vuole una carta di credito) e per poco altro. La mia carta Ricarica mi serve per fare acquisti sul web, per non stressare Maria Bonaria e se serve per poter fare spese aggiuntive straordinarie prelevando dai risparmi comuni senza gravare sulla carta conto.
Ok, fine dei fatti miei: insomma, ero senza soldi, non volevo far prelevare Bonaria e sono andato al bancomat. Era sabato, la banca vicino casa era chiusa e il bancomat, dopo avermi chiesto la password e un po’ di altre cose, alla fine mi ha detto che l’operazione doveva essere annullata perché si erano verificati problemi tecnici.
Ohibò. Riprovo. Niente, stesso messaggio.
Ci sono un paio di altri sportelli bancari, nelle vicinanze, ma era quasi ora di pranzo e quindi me ne sono infischiato.
La domenica mattina sono ripassato di là. Password, richiesta dell’operazione, la tua banca potrebbe richiedere costi aggiuntivi (no! sbrigati!) e poi di nuovo: operazione annullata per motivi tecnici.
E là mi sono seccato: vuoi vedere, ho pensato, che non hanno riempito il bancomat di soldi per il fine settimana?! La “causa tecnica” sarà che non c’è contante? Bancari infingardi!
Stamattina ripasso, prima di andare a lavoro. Operazione conclusa per motivi tecnici.
Oh, ma è seccante, no? La filiale è aperta, quindi non è questione di contante. Chiedo perdono fra me e me della cattiveria del giorno prima.
Magari mi si è smagnetizzata la carta, penso. Ma no, accetta la password, non è possibile.
Boh.
Passo una triste mattinata senza pausa caffè, perché alla fine sono davvero senza soldi (come tuo padre, dice l’Inossidabile, che se ne usciva sempre di casa senza una lira in tasca). All’uscita dal lavoro provo in un’altra banca, lungo la strada: domani c’è uno che mi porta olio dal paese e se mi dimentico di nuovo di prelevare e sono senza soldi in quel momento farei una figuraccia.
L’altra banca mi chiede la password, mi chiede che voglio fare, mi ammonisce che potrebbero esserci spese aggiuntive e poi mi scarica: motivi tecnici.
A questo punto un dubbio m’assale, e dopo pranzo a casa controllo on line la carta: è scarica. La ricarico e prelevo normalmente, guarda un po’.
Ora: lo so che voi c’eravate arrivati subito. Ma a me di solito in questi casi mi diceva: disponibilità insufficiente o roba simile. Al massimo: carta non abilitata. Problemi tecnici non mi era mai capitato: anche perché, direi, se la carta è scarica non è un problema tecnico, è che non c’hai soldi, che è un po’ un’altra cosa.
E mi sono chiesto: mai i circuiti dei bancomat hanno cambiato i messaggi? Sono diventati più pudici nella comunicazione? Più morbidi? C’è una precisa scelta di comunicazione nel cambio fra disponibilità insufficiente e motivi tecnici, tipo che non te lo dico proprio in faccia che sei povero?
Sarà così? Facciamo finta che non siamo poveri?
Penso che il povero bancomat non abbia molta colpa. Lui probabilmente tenta di chiedere i soldi e la banca che ha emesso la tua carta dice di no. Il bancomat probabilmente riceve solo il no, la banca non gli dice il motivo. Quindi lui può solo timidamente visualizzare un generico messaggio d’errore, perché anche a lui non è dato di sapere di più.
Pingback: Grazie a voi – La casa di Roberto