Bastasci casteddai
Avevo promesso che avrei smesso di raccogliere storie sull’autobus: ma sono loro che vengono da me…
«Deu seu sardu»
Alla fermata dell’8 un vecchietto attacca bottone con un signore senegalese. Ha studiato il francese all’Università, «J’aime votre Président, Senghor».
Quello gli risponde in sardo; il vecchietto è stupito. «Seu innoi de ventidus’annus… deu seu sardu».
Vanno avanti per un po’, in questa buffa inversione linguistica per farsi piacere a vicenda. Sono carini.
Arriva l’1. Il senegalese chiude, gentile: «Tocca, piga s’unu chi aicci andasa a domu. A si biri, bai, bai».
Noi invece saliamo insieme sul’8. Rifletto: il senegalese parla il sardo meglio di me, ma ancora non può definirsi un vero bastascio cagliaritano, che avrebbe detto: deu seu saaardu, un po’ di accento ritmato lo penalizza. Ma su tutto il resto è perfetto: appena sale incontra un ragazzo pakistano: «La’ chi si biri, o s’imbrollioni!». E quello: «Eeeh, e ‘undi ses’andendi?». Perfetti.
Devo scendere con Igor
All’andata, invece, il ragazzo di colore dietro di me non parla sardo, ma un italiano da madrelingua. Potenza delle adozioni internazionali di anni fa. E lui si che è un vero casteddaio, come prova questa conversazione:
«Pronto? Ciao Mauri, so che mi devi parlare, ma ascolta, stasera cosa devi fare?»
«…»
«No, asco’, perché dovevamo scendere con Igor… ah, ehia, ma non puoi perdere neanche un giorno? Eh, ma domani a scuola vieni? Ah bene, ascolta allora poi parliamo domani».
«…» evidentemente quello insiste, perché il ragazzo si scalda.
«Nooo, lo so che lui dice che lo voglio picchiare, no ma ascolta, c’è qualcosa che non va… c’è un equivoco… io non devo picchiare nessuno!».
«…»
«No-o-o. La cosa sta così: domenica dobbiamo andare con Igor, Massimino e gli altri a vedere una rissa di mio cugino che si deve picchiare con degli altri… no, ma io non devo picchiare nessuno… cioè, logicamente se quelli si mettono in mezzo interveniamo, ma noi andiamo solo a vedere…».
«…»
«Eh, lo so che lui ha capito così, ma la cosa è come ti ho detto: abbiamo deciso di scendere a Mulino per vedere la rissa, ma solo vedere… siiii, quel giorno mi ero arrabbiato, ma poi basta, eeehh».
«…»
«No, dunque, intanto Vanessa non sta con lui, e poi non è mai stata neanche con me, era più una cosa così, cosa c’entra Vanessa. Asco’, lassa stai Vanessa, cosa me ne frega, a vedere la rissa ci vieni?».
Caro Roberto, stando fuori ed avendo ormai l’orecchio abituato ad altre inflessioni e modi di dire, leggere questi dialoghi deliziosi mi fa sempre ridere tanto e “ascoltare” con la memoria i suoni familiari della mia città, grazie
Ciao Vale, è un piacere esserti utile 😉