La falsa scienza
Seguendo una battuta di passaggio in una conferenza di Constance Steinkuehler mi sono letto un articolo – che scopro citatissimo – del 2002 di due professori statunitensi, Clark Chinn e Betina Malhotra (sono uno psicologo dell’educazione e una esperta di processi formativi in campo medico), dal titolo altisonante di Ricerca autentica in senso epistemologico a scuola: uno schema interpretativo teoretico per analizzare compiti di tipo sperimentale.
L’articolo è lungo quarantaquattro pagine oltretutto dense di tabelle e quindi forse la lettura non è per tutti, ma ci si trovano dentro dei passaggi tali da far sobbalzare:
Una importante implicazione della nostra analisi è che le semplici prove di esperimento scientifico [ordinariamente svolte a scuola, NdRufus] non solo non riescono a aiutare gli studenti a ragionare scientificamente; possono anche alimentare una epistemologia non scientifica nella quale il ragionamento scientifico è visto come un processo semplice, certo, algoritmico, e focalizzato su un livello superficiale di osservazione. Diversi ricercatori hanno riscontrato che molti studenti paiono avere credenze simili riguardo alla scienza (Carey et al, 1989); la nostra analisi suggerisce che i semplici esperimenti scientifici utilizzati a scuola possano in parte essere responsabili della diffusione di queste credenze.
La cosa mi ha colpito perché trovo spesso che nel dibattito attuale, fin troppo isterico, fra difensori dell’ortodossia della scienza e fautori dei diversi pensieri eterodossi (che siano scie chimiche, antivaccinismo, eccetera) le idee messe in campo dai primi sono spesso straordinariamente rozze, più vicine a un bieco positivismo ottocentesco che a un pensiero scientifico realmente contemporaneo. Non ho usato i termini ortodossia o eterodossia a caso, considerato che talvolta sembrano più entrare in gioco i contenuti di una guerra di religione che un pensiero autenticamente laico. E in realtà il fallimento del dibattito – per esempio sui vaccini – è tutto qui: non basta avere ragione, ma occorre capire dove sta la ragione e prendere sul serio le obiezioni altrui; in mancanza di questa consapevolezza l’argomentazione sarà sempre paradossalmente insufficiente e destinata a rafforzare, piuttosto che a sconfiggere, cospirazionismi ed eterodossie.
Non avevo mai pensato che il modo cattivo col quale viene insegnata la scienza a scuola – e in America la vituperata riforma Gentile non c’è mai stata, quindi si vede che il problema non è solo italiano – potesse essere un elemento che spiegasse la cattiva qualità del dibattito, ma la trovo una spiegazione convincente. E vedo che l’applicazione al caso concreto la fanno successivamente gli stessi Chinn e Malhotra, in un passaggio notevole:
Un obiettivo importante dell’educazione scientifica è quello di promuovere lo sviluppo di un metodo di ragionamento autenticamente scientifico in senso epistemologico. La capacità di ben ragionare in merito a complessi modelli di dati non è essenziale solo per gli scienziati ma anche per i non scienziati. Tutti i cittadini hanno bisogno di essere capaci di ben ragionare in merito a risultati sperimentali complessi come quelli relativi a decisioni riguardanti la salute e la medicina, quelli relativi a politiche sociali sulle quali i cittadini si esprimono col voto, o quelli relativi al modo migliore di promuovere la motivazione e la soddisfazione dei lavoratori. Imparare una versione ipersemplificata del ragionamento scientifico non aiuterà in tali situazioni di ragionamento richieste dal mondo reale. Addirittura, quando gli studenti apprendono a scuola una forma di ragionamento scientifico ipersemplificata e algoritmica, è probabile che trascurino il ragionamento scientifico in quanto irrilevante per ogni decisione da prendere nel mondo reale.
I risultati del nostro studio indicano che molto lavoro rimane da fare per trasformare le scuole in luoghi che nutrono una ricerca scientifica autentica in senso epistemologico. I contenuti dei libri di testo, che rimangono importanti in molte scuole, sono dominati da esercizi sperimentali ipersempificati che hanno scarsa somiglianza con l’autentico ragionamento scientifico.