Avventure, avventure… per bambine
L’altro giorno ero al mare, beatamente seduto sotto l’ombrellone con Skorpio e Lanciostory e mia nipote Agnese mi ha chiesto: «Che leggi, zio?».
Stavo leggendo in quel momento Aria, e ho risposto: «La storia di una ragazza che ha nella sua memoria i ricordi di un grande bardo dell’antichità e che con questi deve far tornare la magia sulla terra».
Ma così, senza troppo impegno.
Invece ad Agnese sono brillati gli occhi. «Posso leggerlo?».
Oddio, Aria mi sembrava piuttosto innocua, ma avevo ripreso in mano i fumetti dell’Aurea giusto quel giorno dopo una lunga assenza e non sapevo bene cosa ci fosse dentro i due giornaletti. E comunque pur trattandosi di fumetti popolari era probabile che qualcosa decisamente potesse non essere proprio adatto ai bambini.
Ok. Io e Agnese abbiamo fatto un po’ di balletto. Io le ho dato l’altro giornaletto e poi gliel’ho ripreso, poi quando sono andato a fare il bagno lasciando i fumetti incustoditi lei è rimasta sotto l’ombrellone e quando sono tornato mi ha detto: «Tanto l’ho letto, quel fumetto, anche se tu dicevi che era da grande». E poi io alla fine mi sono letto tutto e ho pensato che, sì, sono fumetti da adulti (cosa capirà, Agnese, delle guerre del petrolio di Koralovski?) ma, a parte forse Martin Hel (che tutto sommato può far paura) e un seno nudo in Dago, insomma non c’era granché di preoccupante.
Ma la cosa interessante è che ad Agnese i fumetti piacciono, mi dice. Non Topolino, che le ho proposto tempo fa ed è stato sdegnosamente rifiutato, ma quelli «d’avventura», qualunque cosa questo voglia dire. «Solo con protagoniste femminili?», «Ma zioooo», con aria di compatimento, «io leggo Geronimo Stilton, e mica è una femmina».
Non fa una piega.
E quindi zio naturalmente questa settimana si fa una gita in fumetteria, però ha bisogno di aiuto.
Perché fumetti avventurosi adatti a bambine di nove anni non sono proprio immediati da trovare. Per esempio sto leggendo in questo periodo Tintin e anche se mi sta piacendo lo trovo estremamente datato, e così temo sia per molta della letteratura avventurosa sulla quale si è formata la mia generazione. Oltretutto temo che sotto l’etichetta di avventuroso Agnese metta cose che non sono esattamente ciò che io definirei con questa parola: mi sono riguardato il mio elenco dei dieci fumetti da leggere almeno una volta nella vita e per un motivo o per l’altro non mi convince nessuno (tranne forse l’Uomo Ragno di Stan Leem, e non sono comunque molto convinto che per Agnese western e supereroi siano propriamente avventura).
Modesty Blaise. Ecco, mentre mi sforzavo di trovare un’eroina femminile a me è venuto in mente il personaggio di O’Donnell: dopotutto io ne leggevo le strisce sul Giorno più o meno intorno ai dieci anni. Ma anche così sono un po’ a corto di carte da giocare.
Voi chi consigliereste? E perché?
Su due piedi, Champions della Marvel potrebbe andar bene: una giovane miss Marvel musulmana mette su una squadra di eroi adolescenti, abbandonando gli Avengers perché, secondo lei e gli altri nuovi Champions, gli eroi adulti si preoccupano troppo di menare i cattivi e troppo poco di rimediare ai danni che questi cattivi hanno provocato – come risistemare una ferrovia danneggiata.
Abbastanza leggero, con eroi ingenui e quasi golden age (molto apparsi anche in cartoni animati recenti) in un primo numero spillato con prezzo lancio un euro, uscito a giugno.
C’è una situazione che potresti trovare al limite, se non oltre (un villain che rapisce e vende ragazze, di certo intuirai il perché, sebbene non sia espresso in modo troppo sfacciato. Una non ne esce bene). E ovviamente è il primo di una serie di N.
Ci penso un po’ su, magari mi viene in mente qualcosa di autoconclusivo, ma anche se non leggo fumetti granché spregiudicati, non leggo nemmeno storie per bambini.
Il fatto che non legga Disney è un peccato, perche ci sono albi che raccolgono storie adatte e “safe” (come Fantomius, con storie recenti sull’antenato di Paperinik, accompagnato da una sorta di Eva Kant) ma se non le piacciono, non ci sta nulla da fare
Grazie! Proprio ieri in fumetteria mi hanno suggerito e ho preso esattamente Champions. Io l’ho trovato una operazione interessante anche per agganciare lettori più giovani e con un linguaggio più moderno (gli hashtag alla fine, no?), però il linguaggio dei supereroi e del fumetto americano è molto autoreferenziale, e se uno non ha già familiarità secondo me respinge. Faccio una prova, e vediamo.
E comunque quando dico «pubblico più giovane» secondo me sono preadolescenti, non bambini.
Immagino che poi ci dirai 🙂
Riguardo ai bambini: ero bambino quando i cartoni giapponesi non venivano censurati, alla fine dipende anche dal bambino…