La storia infinita a “Oggi parliamo di libri”
Ho pubblicato oggi la puntata di Oggi parliamo di libri dedicata a La storia infinita.
Questa era la puntata del 21 febbraio, quindi ho quasi smaltito l’arretrato: presto sarò in grado di pubblicare le puntate volta per volta (e voi non sarete più subissati di post con le registrazioni).
Sono anche quasi giunto al termine delle puntate dedicate al fantasy e alla fantascienza: con il cambio di stagione, infatti, penso di rinnovare la trasmissione e di parlare di romanzi d’avventura; la primavera, dopotutto, invita a partire e alle scoperte); mi sono fatto addirittura un programma che prevede di parlare di gialli e di noir d’estate (cos’altro si legge, doptutto, sotto l’ombrellone?) e di romanzi d’amore e sentimentali in autunno: è ovvio che in questo modo sto peccando di hubris e che molto presto la trasmissione sarà soppressa, però è divertente anche solo programmare, pensare quali libri metterei in ogni categoria…
Divago, meglio che torniamo alla puntata.
In realtà non c’è mlto da dire, anche perché mia moglie sostiene che è una bellissima puntata, una delle migliori, e lei la sa sempre più lunga di me.
Ho solo due osservazioni: la prima è che trascriverei per intero quello che ritengo il punto centrale della puntata e della mia opinione sul libro (non pretendo l’originalità, Ende è abbastanza esplicito):
Il destino dell’uomo è un destino narrativo, noi siamo animali che raccontano le storie,
e anche:
[…] Qual è l’idea narrativa che sta dietro “La storia infinita”? È l’idea che il mondo della fantasia vive fin tanto che noi lo raccontiamo.
La seconda osservazione riguarda due errori abbastanza evidenti.
Uno che, non so perché, a un certo punto ho cambiato sesso al Vecchio della Montagna Vagante, che è diventato “una saggia, una storica”. Errore piuttosto grave, lo ammetto.
Il secondo errore è l’affermazione, del tutto incauta e che quando l’ho risentita mi ha fatto sobbalzare, che il tema del rapporto col padre, presentato ne La storia infinita, sia un unicum e che di solito gli eroi fantasy abbiano semmai un rapporto conflittuale con la madre. Il bello è che, anche ripensandoci, non riesco a ricordare che libri e che personaggi avessi in mente mentre lo dicevo…
Questa è stata la puntata in cui la scelta musicale è stata più facile, direi ovvia:
Piccola osservazione: Ende era tedesco, per cui “Michael” si pronuncia “micael”, non “maicol”. Grazie degli spunti sulla Storia Infinita, è piaciuta tanto anche a me! 🙂
Eh, Giovanni, fosse solo questo l’errore: non credo di avere azzeccato nemmeno una pronuncia in tutto il ciclo delle trasmissioni 😉
P.S. Se ti viene voglia di rimettere mano al libro a distanza di tempo, vuol dire che ho raggiunto il mio scopo 😉