Fascinazione per la macchina
Sto leggendo un libro in cui inaspettatamente trovo questa frase:
Le lever du soleil fut magnifique. L’astre du jour, semblable à un disque de métal doré par les procédés Ruolz, sortait de l’océan comme d’un immense bain voltaïque.
Chi lo scrive? Ho mantenuto il francese per darvi un indizio in più, ma la traduzione se la volete è più o meno questa:
L’alba fu magnifica. L’astro celeste, simile a un disco dorato dai procedimenti Ruolz, emergeva dall’oceano come da un immenso bagno voltaico.
Ci vuole uno scrittore di un certo tipo per paragonare l’alba a un procedimento chimico-fisico. Questo sembra cyberpunk, ricorda l’incipit di Neuromante:
Il cielo era del colore della televisione sintonizzata su un canale morto.
Invece non è cyberpunk, è Giulio Verne, per l’esattezza I figli del capitano Grant.
Sto rileggendo Verne: l’anno scorso le Cinque settimane in pallone, adesso la trilogia del capitano Nemo che inizia, appunto, con I figli del capitano Grant. Ve ne parlerò alla fine, ma questa è una nota che volevo condividere subito: c’è tanta avventura classica in Verne e in questa trilogia in particolare, ma c’è anche una fascinazione per la scienza che va molto oltre la patina didattica che porta a spiegare come e perché funzioni il sottomarino di Nemo, la mongolfiera del professor Ferguson o il razzo di Dalla Terra alla luna.
È un’adesione di cuore e di pancia, altrimenti a uno scrittore non verrebbe mai in mente di paragonare l’alba alla… zincatura di un pezzo di metallo; ed è la stessa adesione di autori come Gibson o Sterling.
Non a caso, la strada principale della stazione spaziale in cui si svolge buna parte di Neuromante è la rue Jules Verne, che dà anche il nome a una sezione del romanzo. Fino a oggi non avevo mai capito perché…
L’avevo indovinato subito, Giulio Verne 🙂
Bellissimo anche “Un giornalista americano nel 2889”