Identità incerte sul PF
Ieri andavo al mare con l’autobus e dietro di me c’era una ragazza che parlava al telefono, raccontando serenamente a tutti i passeggeri di gravidanze non volute delle sue congiunte, faide familiari, rotture di fidanzamento e altre cose anche più pesanti.
A un certo punto sale un gruppo di turisti giovani, tutti curiosamente molto biondi, che cominciano a parlare in francese. Francese, palesemente.
Il suo accompagnatore le dà di gomito e le fa: «Guarda, tedeschi».
Lei interrompe la registrazione di un messaggio vocale Whatsapp in cui delineava le norme di comportamento maturo augurabili – una posizione che al confronto Maria De Filippi è una cattedratica di psicologia – e dice: «Come, tedeschi?!».
«Beh, parlano tedesco…».
«Ma scherzi?! Parlano inglese».
Francese, vorrei dire. Francese.
«Ma come, inglese?».
«Eeeh-eh [trad.: povero scemo, inchinati alla mia superiore intelligenza], inglese».
Lui però ha l’argomento decisivo: «Ma cosa shtai dicendo. Gua’ che io li ho sentiti parlare gli inglesi: non hanno questo accento. Parlano comenti caghinusu».
Sipario.