Nessundove a “Oggi parliamo di libri”
Nessundove di Neil Gaiman è stato oggetto della decima puntata di Oggi parliamo di libri (ai primi di febbraio, ma l’ho messa in linea oggi).
Devo dire che sono abbastanza soddisfatto, pur con la specificazione che tutte queste ultime puntate sul fantasy le ho fatte con un sentimento a metà fra lo sconcerto e l’irritazione: perché rispetto al piano di lavoro che mi ero fatto le condizioni terribili del mercato editoriale in Italia mi hanno costretto a una serie di rinunce faticose: niente Turtledove, niente Leiber, niente Vance, per dire i primi che vengono in mente, perché tutti fuori catalogo – e il progetto della trasmissione è quello di indurre alla lettura, non di fare critica letteraria.
Intendiamoci: avrei fatto comunque una puntata su Gaiman, ma forse non avrei scelto Nessundove ma direttamente American gods. Invece la rinuncia a Turtledove mi ha obbligato a cercare altre soluzioni per presentare il tema dell’ucronia, a cui tenevo, e alla fine Nessundove, sebbene tirato per i capelli, era la soluzione più percorribile.
Come al solito non spetta a me dirlo, ma sono abbastanza soddisfatto della puntata, fermo restando che, probabilmente per qualche forma di contrappasso, il tema dell’ucronia è svanito dietro le quinte, nella solita concitazione della puntata.
L’altro elemento che riascoltando mi lascia perplesso è il fatto che sembra che io abbia qualche riserva su American gods. Le ho? Onestamente non saprei come rispondere: sicuramente ci sono più idee e suggestioni nel capolavoro di Gaiman che in metà del fantasy pubblicato nello stesso decennio; contemporaneamente penso che nell’ansia di raccontare la storia Gaiman abbia saltato il passaggio della revisione finale: secondo me qualche pagina si poteva togliere e qualche filo narrativo si poteva annodare un po’ meglio. Ma insomma: parliamo di Gaiman, quindi il silenzio reverenziale è d’obbligo.
Una piccola nota: non ho parlato del Marchese di Carabàs, l’invenzione narrativa migliore di Nessundove, nonostante nei miei appunti ci fosse (giuro!). Scherzi della mancanza di tempo, direi. Pazienza: chissà se il Marchese mi perdonerà o se me lo troverò ai piedi del letto una di queste notti?
Commento musicale
Il brano che è andato in onda, Invisible touch dei Genesis, non è quello che pensavo di utilizzare, poi una confusione (mia) sulla selezione degli album ha indotto l’ottimo Fabio Figus a un’altra scelta – e in realtà dal punto di vista del significato Invisible touch è probabilmente più adatta, mentre Selling England by the pound (cioè più esattamente Dancing with the moonlit knight) aveva quell’atmosfera a un tempo british e lievemente disturbata che era la sensazione che avevo in testa preparando la puntata.
Qui per non sbagliare vi propongo sia il brano utilizzato che quello scelto originariamente: ditemi voi quale avreste usato.
EDIT: in data di oggi ho aggiunto il link alla puntata, che originariamente mancava per un refuso.