Kim e il grande gioco a “Oggi parliamo di libri”
Ho appena messo in linea la puntata di Oggi parliamo di libri dedicata a Kim, il capolavoro di Kipling.
Ho approfittato della puntata per puntualizzare alcuni temi che mi accompagnano (devo dire: con un senso di sorpresa, perché son cose che ho scoperte rimettendo mano ai libri per preparare le puntate) durante questa prima parte del ciclo di trasmissioni e che avevo in parte già annunciate durante la puntata dedicata all’Isola del tesoro: soprattutto Kim si prestava bene a ricordare la dimensione eurocentrica dei romanzi d’avvenutra, collocati nelle grandi epopee coloniali, anche perché Kipling è uno scrittore troppo profondo per trattare la cosa in maniera unilaterale, e quindi ho avuto buon gioco a ricordare che in fondo il romanzo tratta di una dimensione reciproca di conquista fra colonizzati a e colonizzatori, fra vincitori e vinti. È un tema, una visione ambigua, che probabilmente non tornerà più perché nessuna altra colonia ha avuto la storia e l’importanza dell’India nei confronti dell’Ighilterra e perché probabilmente nessuno die prossimi romanzi sarà all’altezza, come profondità e complessità, di Kim.
In ogni caso noto che altri temi si stanno facendo ricorrenti: il romanzo picaresco, la costruzione della paternità, la presenza costante di un “doppio” dell’eroe… sono curioso di vedere quanti di essi torneranno anche nei prossimi romanzi.
Suggerimenti per altre letture: Il grande gioco di Peter Hopkirk e altro
Durante la trasmissione ho già consigliato Il grande gioco, di Peter Hopkirk, un saggio meraviglioso che si richiama a Kim fin dal titolo e che si legge come un romanzo. Il libro racconta la lunga competizione per il controllo dell’India fra l’Inghilterra e la Russia, con la partecipazione anche di altre potenze europee: una competizione che si snoda su mille teatri di conflitto, dall’Afghanistan alla Mongolia, dal Tibet alla Crimea, e che vede alternarsi figure indimenticabili di esploratori, religosi, diplomatici, militari, giornalisti e vicende avventurose di ogni tipo.
Hopkirk è uno specialista del campo, e Adelphi ha pubblicato diverse sue altre cose, che purtroppo non ho letto. A proposito di Kim però l’appassionato dovrebbe cercare Quest for Kim, non ancora tradotto in italiano (spero non sia semplicemente una nuova edizione de Il grande gioco: l’ho messo in wishlist e vi farò sapere).
Non credo di averne parlato in trasmissione, ma c’è un fumetto che è ambientato negli stessi scenari, Il cosacco dell’immancabile Robin Wood (e di un ottimo Casalla): qui la storia è vista spesso dal punto di vista dei russi, non degli inglesi, ma temi e vicende ritornano e sono ben raccontate e ottimamente disegnate – Sasha Veblin, il cosacco del titolo, è un personaggio a cui è facile affezionarsi. Le sue storie sono state pubblicate dall’Eura/Aurea e tornano spesso in edicola.
Un altro ovvio collegamento, che però mi è del tutto sfuggito in trasmissione, è quello con I misteri della giungla nera di Salgari e poi con tutto il lungo ciclo delle avventure di Sandokan, Yanez e Tremal Naik. È chiaro che non c’è alcun rapporto fra l’India di Salgari e quella di Kipling, e non c’è paragone fra la complessità delle due creazioni artistiche, quindi probabilmente è per questo che inconsciamente ho preferito soprassedere. Sarà che in questo periodo nutro sentimenti ambivalenti su Salgari, ma avremo occasione per riparlarne.
Qualunque narrazione di avventura ambientata in India nell’Ottocento deve prima o poi fare i conti cn la “Grande Rivolta”, l’ammutinamento dei sepoy. Al tema, che era ben presente anche alla memoria di Kipling, è dedicato un altro spledido saggio, L’assedio di Delhi, di William Darlymple, una ricostruzione minuziosa e affascinante. Avviso ai naviganti: si tratta di una delle pagine più tristi della storia coloniale inglese e dell’India, e non va a finire per niente bene.
L’ultimo percorso di lettura che si può voler intraprendere a partire da Kim riguarda, naturalmente, Kipling stesso, un gigante della letteratura verso il quale io ho la ferma convinzione che non deluda mai, anche se si prendesse da leggere la sua lista della spesa. Tutti abbiamo in mente I libri della jungla, che letti dopo Kim è più difficile considerare dei “semplici” libri per ragazzi: ma la prosecuzione di lettura migliore dopo Kim è secondo me una sua raccolta minore di racconti, oltretutto ambientata principalmente in Inghilterra, Stalky & Co., uno dei miei libri del cuore. Appena ho tempo spiegherò perché: nel frattempo buone letture!
Dimenticavo: durante la trasmissione abbiamo ascoltato Il cielo d’Irlanda, di Fiorella Mannoia.
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