Il “Canto di Natale” di Charles Dickens
Non so se pecco di immodestia, ma la puntata del giorno di Santo Stefano di Oggi parliamo di libri, dedicata al Canto di Natale mi sembra essere riuscita piuttosto bene.
Suggerimenti che non sono riuscito a dare
All’inizio avevo una mezza idea di provare a leggere l’intero Canto, ma mi sono reso conto ben presto che non era possibile in termini di tempo: ho letto l’incipit perché senz’altro meritava e poi mi sono dovuto accontentare di raccontare passo passo il romanzo.
Una lettura completa, d’altra parte, sarebbe stata perfettamente in linea con quanto faceva Dickens stesso, il quale è stato uno dei primi a dare letture in pubblico delle proprie opera, fra le quali numerossisime volte proprio il Canto di Natale.
Sto leggendo in questo periodo la biografia di Dickens a cura di Claire Tomalin ed è interessantissimo sia vedere quale straordinaria risposta di pubblico e quale impatto sociale avessero queste esibizioni di Dickens sia leggere con quale attenzione egli si preparava per queste esibizioni, dalla preparazione del testo da leggere (un vero e proprio copione composto tagliando da una copia del libro i brani da leggere e incollandoli su un quaderno intervallati da indicazioni di scena e sull’intonazione, i gesti da compiere e così via): un tema che esulava un po’ dalla puntata ma che mi sembra opportuno segnalare qui.
C’è in proposito una tesi di laurea disponibile sul web, di Valentina Totonelli, le cui prime venti pagine possono essere utili per farsi un’idea – e sono divertenti da leggere: Dickens aveva codificato tutti i gesti da fare, per esempio, a seconda del tono della lettura. E naturalmente visto che l’ho citata rinnovo la segnalazione della Tomalin, una delle maggiori storiche attuali della letteratura vittoriana, le cui ottime biografie (oltre a Dickens, la Austen, Katherine Mansfield, Thomas Hardy…) sono popolarissime in Inghilterra dove vincono un sacco di premi ma inspiegabilmente non tradotte in italiano. Chi volesse conoscere meglio questa storica dalla vita piuttosto interessante può leggere una bella intervista che le ha fatto il Cambridge News.
Quel che è rimasto fuori e perché vale la pena di leggere il Canto di Natale
Raramente mi è capitato di leggere qualcosa che potesse essere definito perfetto. Non c’è alcun dubbio che il Canto di Natale lo sia, e spero di essere riuscito a trasmettere questa convinzione durante la puntata. Tutto funziona come meglio non potrebbe: l’intreccio di toni e registri anrrativi, dalla favola al romanzo gotico al racconto morale a quello sentimentale; la caratterizzazione dei personaggi; l’allargamento dell’orizzonte dal livello morale personale a quello sociale; il crescendo della narrazione che tiene desta l’attenzione del lettore anche quando i temi principali sono stati tutti enunciati e si è già capito come si va a finire; le transizioni perfettamente calibrate dal grottesco al sentimentale al commovente fino alla liberazione finale… Ho riletto il Canto nello stesso giorno in cui ho registrato la puntata (l’avevo già letto da ragazzino) e quasi non riuscivo a credere a tanta bravura.
Di tutta questa ricchezza di temi non era possibile rendere conto nel tempo ridotto della puntata, e infatti se si ascolta con attenzione ci si rende conto che a un certo punto ho capito che per gli ultimi tre capitoli progressivamente mi restava sempre meno tempo e ho dovuto tagliare: è un peccato perché sono anche capitoli in cui Dickens inserisce tutta una serie di temi e particolari che meritavano di essere esplorati, e per i quali non posso che rimandare alla lettura diretta, tanto più che il Canto è veramente breve e si legge comodamente in una serata (meglio se davanti al camino con un po’ di cioccolato a disposizione… o un brandy… ok: cioccolato e anche il brandy).
Il brano musicale
Devo dire che sono piuttosto orgoglioso di avere scovato questa misconosciuta interpretazione di Mina, anche se devo ammettere che con la puntata non c’entra granché: corrisponde più al piacere di proporre a un pubblico presumibilmente devoto come quello di Radio Kalaritana un bel brano religioso in una giornata come quella di Santo Stefano.