La banda
Un film leggero leggero dedicato al tema delle goffaggini, sia personali che relazionali, tutto riempito di personaggi che non dicono e non sanno dire. Un film così esile che finisce quai, quasi ma non proprio, per diventare lezioso e manierista, ed evita questo rischio giusto per un momento.
Interessante, molto più dei temi ovvi della coesistenza, interculturalità etc, che ci sono ma appena accennati, il fatto che i personaggi, egiziani ed israeliani indifferentemente, sono tutti profondamente globalizzati, come è globalizzata la lo vita e gli elementi materiali di cui è costruita: così non si tratta di riconoscersi uguali nonostante le differenze, ma di appurare che queste differenze, in fondo, non ci sono proprio. E in questo senso i film funzionerebbe, su un piano base, se la banda fosse, per dire, siciliana e il paesino in cui si perdono si trovasse nella bassa bergamasca.
La storia de La banda è quella di un complesso musicale della polizia egiziana che si perde nella più sperduta campagna israeliana. La recensione è stata pubblicata originariamente su it.arti.cinema.