L’uomo di paglia e altri trucchi per avere ragione quando si ha torto
L’altro giorno il mio amico Andrea Assorgia, durante una delle nostre nuotate fino alla boa mi ha chiesto la mia opinione a proposito dell‘argomento dell’uomo di paglia (quello che in inglese si chiama straw man argument, che insomma vuol dire prendersela con un manichino costruito ad hoc, praticamente, invece che con l’interlocutore vero con le sue vere opinioni).
Dal tono della chiacchierata potete capire che le nostre nuotate alla boa assomigliano più al lento andare alla deriva che a un serio esercizio fisico, ma non è di questo che volevo parlare.
Ho pensato che ad Andrea e ad altri potesse interessare approfondire l’argomento, così volevo segnalargli che l’argomento è stato sviscerato in maniera soddisfacente in un articolo del Post di inizio anno, che insieme con l’uomo di paglia elenca altri ventitré modi scorretti di argomentare.
È una lettura piuttosto esaustiva e potrebbe certamente bastare, ma per chi è interessato al tema c’è anche altro (a me ha sempre appassionato, per esempio, e ho anche già pubblicato il manuale del gran sabotatore, tempo fa), soprattutto se parla inglese.
Come si vede dall’immagine qua sopra, che è stata pubblicata anch’essa dal Post ed è la base dell’articolo (la potete comprare, volendo), nel mondo anglosassone questi trucchi retorici vengono definite fallacie logiche e hanno acquisito una certa rilevanza all’interno della riflessione scientifica e politica a partire, credo, dagli anni ’70 (peraltro fra i precursori dell’attenzione al tema ci sono, oltre ovviamente ad Aristotele, figure illustri come Bacone e J.S. Mill). Un buon esempio della ricchezza di materiali che l’attenzione al tema in lingua inglese è la traduzione, a cura di Matteo Dell’Amico, di una raccolta compilata da Michael Labossiere.
Se ancora non vi basta Wikipedia in inglese cataloga sotto questa voce un numero impressionante di argomenti strumentali e di trucchi retorici, ma ci sono anche altri siti, qualcuno più attento alla catalogazione e altri invece alla semplice quantità di esempi e altri con una bella impostazione grafica. Direi che complessivamente c’è da farsi una cultura.
P.S. Una parte dell’attenzione ultimamente dedicata all’argomento deriva, naturalmente, dal fatto che riteniamo scadente la qualità delle informazioni che riceviamo, soprattutto in epoca di comunicazioni molto veloci e di procurati allarmi o menzogne politiche diffuse. Diciamo, per capirci, che sembra più probabile che se ne preoccupino i sostenitori dei vaccini che non i loro avversari, i razionalisti atei militanti piuttosto che che non le persone religiose, e così via. Il discorso andrebbe approfondito ma mi riservo di farlo in altra occasione (talvolta mi prude un po’ la tastiera e un giorno finirò per scrivere l’Articolo Veemente Contro Quella che Credete Ingenuamente Scienza e Logica), ma questo non toglie che impadronirsi di un po’ di sana strumentazione di pensiero sia sempre cosa buona e giusta. Augh!!
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