Come detto, teatro
Parlare di teatro (Oggi parliamo di libri, 17/09/2015)
La presenza del podcast mi permette di riproporre qui sul blog le puntate di Oggi parliamo di libri in maniera più puntuale: questa è la prima, andata in onda la settimana scorsa, e la sua pubblicazione vale anche come invito ad ascoltare la seconda, questa sera alle 19.10.
Sulla puntata in sé non ho molto da dire: una volta tanto il tempo mi è bastato ampiamente e quindi ho perfino potuto citare con comodo i riferimenti web della trasmissione, ma solo perché in realtà quest’anno ho deciso di barare. Per arrivare alla prima opera, la Medea di Euripide, ci metteremo infatti tre puntate (sarà l’argomento della prossima settimana): questa era infatti una puntata del tutto introduttiva e quella di oggi avrà come argomento la tragedia greca in generale – uno schema più rilassato che ripeterò anche più avanti.
In cui il conduttore della trasmissione professa la sua ignoranza
Dico spesso in trasmissione di essere un dilettante della radio. Non solo è vero, ma dovrei dire anche che sono pure un dilettante (forse perfino allo sbaraglio) della critica letteraria: magari con un po’ di competenza nel campo della fantasy o della fantascienza o dell’avventura, molto meno preparato su tutto il resto.
Affrontando dei testi teatrali l’ignoranza si fa abissale: d’altra parte la trasmissione (e l’atteggiamento della radio, mi pare) è molto informale e colloquiale e quindi ho deciso di prendere questo ciclo di trasmissioni come un viaggio da fare insieme agli ascoltatori in cui racconto le cose che io per primo scopro leggendo i testi e preparandomi di volta in volta. Temo che questo vorrà dire che per chi di teatro ne capisce davvero la trasmissione apparirà, beh, dilettantesca, ma almeno sarà autentica.
La prima cosa che ho scoperto è quella che ho detto in trasmissione: che rispetto a un altro testo letterario prendere in mano un’opera teatrale richiede di ragionare su quale tipo di lettore ideale si sia e di intessere un dialogo con gli altri possibili lettori ideali – non sarà forse un concetto profondissimo ma non l’avevo mai sentito dire, l’ho scoperto da solo e quindi ne sono contento.