Dieci anni non sono pochi
Domani, con un piccolo rinfresco, il gruppo “La Pira” celebra dieci anni di vita. Può non sembrare molto a confronto di molte venerande associazioni parrocchiali, la cui esistenza supera agevolmente il secolo, ma chi questa vita l’ha vissuta non può che girarsi indietro e restare sbigottito: «Già dieci anni?».
La nostra data di fondazione in realtà è il 18 novembre del 2005 (la riunione che ricordiamo come del sicuri sicuri?), quindi il decennale è stato la settimana scorsa. E in realtà l’approvazione ufficiale dell’atto fondativo del gruppo da parte dell’Azione Cattolica cagliaritana risale alla primavera del 2006, ma insomma: sono dieci anni.
Se riguardo indietro al me stesso di quell’epoca provo la curiosa scoperta di essere cambiato, rispetto al senso di serena continuità che altre volte ho provato ripensando alla mia vita.
Scusate, mi è venuta una frase da vecchio bacucco, ma ci capiamo.
Di dieci anni fa ricordo la rabbiosa volontà di continuare a credere in un’Azione Cattolica che invece era ormai avviata inesorabilmente verso il declino. Rileggo l’atto normativo del gruppo “La Pira” e ritrovo quella volontà, la disponibilità a mettersi al servizio di gruppi parrocchiali in cerca di strumenti migliori. Quei gruppi non si sono mai materializzati, abbiamo fatto altre cose.
Rileggo ancora l’atto normativo e vedo l’enfasi dedicata alla spiritualità laicale: è un po’ datata, credo, e oggi fra Papa Francesco, la famiglia e tante altre cose ci sarebbe un gran bisogno di nuovi parametri su cosa voglia dire essere “religiosi” in un contesto come quello di questi giorni. Io tornerei a più indietro della nostra fondazione, a quando anni prima l’AC usava un brano biblico come riferimento per tutto l’anno e un anno leggemmo con Franco Puddu la prima lettera ai Corinti, i cristiani nella postmodernità, un percorso di ricerca che abbandonammo troppo presto.
Ciò che non è cambiata è la straordinaria figura di La Pira, devo dire, la sua figura che non si fa imprigionare, la straordinaria capacità profetica: è facile in una giornata come questa sentirsi in sintonia con la sua visione del crinale apocalittico della storia, con il grido le città vogliono vivere!, ma ciò che è straordinario ancora oggi è il metodo di La Pira. Abbiamo riletto da poco il discorso che La Pira tenne a Cagliari, al convegno dell’IPALMO, ripercorrendo l’esperienza del suo gruppo e dei colloqui fiorentini: non è solo che le tematiche sono di una straordinaria attualità, è il modo di lavorare, la lucidità di lettura della situazione e l’infallibilità del giudizio politico. Aggiungendoci una spiritualità straordinaria La Pira rimane davvero un riferimento imprescindibile e insomma, possiamo essere fieri di averlo scelto come fonte ispiratrice.
P.S. L’AC quest’anno ci ha chiesto di curare delle di lavoro schede per i gruppi parrocchiali su Alberto Marvelli, altra bella figura di laico cattolico del dopoguerra. Vedi alle volte, poi i gruppi parrocchiali alla fine si materializzano. Dopotutto, declino o non declino, l’AC c’è ancora. E anche noi.