Parabole attuali
Domenica sentivo intervistare a Uomini e profeti Vito Mancuso.
Un po’ mi stupivo per la povertà dei riferimenti antropologici: davvero per raccontare la persistenza della religione nei nostri tempi non c’è nessun dato esperienziale migliore del fatto che negli Stati Uniti nelle occasioni pubbliche si prega?
Comunque non è di questo che voglio parlare: a un certo punto Mancuso diceva del suo sconcerto per la pervasività della presenza di cellulari e smartphone nella vita dei figli e in generale delle giovani generazioni, in ansia perenne da connessione (io aggiungerei: non solo i giovani, anche qui forse la capacità di osservazione scarseggia) e io ho pensato che è strano che alcune parabole del Vangelo che, anche se espresse nel linguaggio di un civiltà agropastorale, pure esprimono metafore assolutamente attuali, non siano proposte con maggiore frequenza e insistenza nella predicazione.
Per esempio la vite e i tralci:
«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione (Gv 15,1-25).
Perbacco, c’è tutto sulla rete e i social. Forse parafrasare con io sono il server centrale e voi i terminali non è elegantissimo, ma renderebbe l’idea: e comunque la metafora funziona anche con Dio come il social supremo e i fedeli come gli utenti: il Battesimo come account aperto sul social forse è un po’ forte ma tutto sommato non campato per aria.
Oppure provate a tradurre il bruciare i tralci che non portano frutto con l’idea di fare pulizia dei contatti: via quelli che non ti rispondono mai, che unicamente ti spammano, che condividono schifezze. Ci sono pefino i troll e gli hater.
È perfetta.