La parola del giorno è: “topofago”
Ho terminato i due corsi di teoria del gioco su Coursera di cui vi avevo parlato e mi sono iscritto per sbaglio a un nuovo corso di storia medievale, sulla concezione dello spazio nella cultura vichinga e nelle saghe.
Roba tosta: c’è chi si fa con la colla e chi usa Coursera e i vichinghi.
A parte gli scherzi: iscritto per sbaglio vuol dire che stavo mostrando a Bonaria come funziona la piattaforma e inavvertitamente ho cliccato sul corso e quello mi ha iscritto. Naturalmente, il fatto che il corso fosse sotto osservazione nella mia bacheca era del tutto casuale, già già.
Sono appena all’inizio, ma già trovo nelle letture obbligatorie un passaggio interessante.
Lungo tutta la storia della scienza e dall’Antichità in poi, geografi, cartografi, matematici, geometri, fisici, astronomi, artisti, architetti, storici, linguisti e filosofi hanno riflettuto sullo spazio sia come categoria materiale e concreta che come una categoria astratta o perfino metaforica. In tempi più recenti discipline come la psicologia o la medicina o anche gli studi sociali o urbani si sono anch’essi progressivamente interessati ai concetti di spazio e spazialità. E non ultimo per importanza, lo spazio ha sempre occupato una posizione preminente nel ragionamento sul potere a livello locale, regionale, nazionale e internazionale o perfino globale – al potere ci si può riferire come a una entità che consuma spazio, topofaga.
Topofago. Il potere è topofago. Mi piace.