La strana vita del vostro amichevole Rufus
Quando si esplorano gli angoli davvero più riposti della rete, il meno che si possa scoprire è…
L’altro giorno per una cosa dei Fabbricastorie cercavo un dizionario accadico-italiano.
Tutti, immagino, nella loro vita hanno avuto bisogno una volta di tradurre qualcosa di italiano in una lingua straniera: quindi, perché non in accadico?
Lo so, lo so. Solo a me.
E d’altra parte deve avere un significato il fatto che nella story bible di Discover Cagliari ho scritto:
Questi ordigni spirituali sono noti come Sigilli (alcuni Artefici col vezzo dell’erudizione li chiamano Alvi, dall’antico accadico ḫalwu o ḫawu, “muro di confine” nella parlata della città hurrita di Nuzi)
e nessuno, nessuno, dei Fabbricastorie ha nemmeno alzato un sopracciglio: forse hanno fiducia infinita in me, ma insomma uno un qualche riconoscimento dei suoi sforzi lo vorrebbe, altrimenti tanto vale la prossima volta scrivere ecaviv elatnemitnes ativ anu onaveva ilinimmef itnednecsa ertsov el e dire che si tratta di una antica maledizione malgascia. Rigore, ci vuole, rigore, altrimenti si potrebbe finire per pensare che ḫalwu possa essere un’espressione tardo babilonese o, Dio non voglia, perfino neo-accadica.
Comunque, per chi lo volesse, il dizionario inglese-assiro (pretenderlo in italiano era troppo) è liberamente disponibile on line.
Se volete cogliere fino in fondo la bizzarria delle cose che mi capitano potete notare che il file contiene il solo sesto volume del dizionario (pubblicato, chissà perché, per primo), contenente le sole parole inizianti per H: il piano dell’opera prevede poi G, E, D, B, A, I e J e poi se Dio vuole l’ordine normale “salvo che non ci giri diversamente per qualche motivo”: si vede che a studiare l’accadico l’esimio professor A. Leo Oppenheim era diventato un po’ bizzarro.
Comunque ci ho messo un po’ ad accorgermene perché non ho letto l’introduzione e nel frattempo mi ero quasi convinto che tutte le parole in accadico iniziassero per h. Già formulavo curiose ipotesi sull’abitudine tutta alto semitica di aspirare i suoni e sull’influenza che questo poteva avere avuto sul dialetto nabateo dell’aramaico occidentale.
La realtà si è rivelata più banale, peccato.
Comunque il Dizionario si rivelato una lettura appassionante (non scherzo), che rivela anche delle curiose abitudini culturali non sempre citate nei libri di storia. Per esempio alla parola ḫalāpu, che fra le altre cose vuol dire vestire, ornare, abbigliare viene dato il seguente affascinante esempio:
akūs maškēšunu dūrāni ú-ḫal-lip
che a quanto pare vuol dire semplicemente:
Scorticai vivi molti dei loro capi e ornai le mura con le loro pelli
Vedi che gente affascinante gli accadici.
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