Agnese e la bellissima maga Crystal
(avviso: un po’ di miele nel seguito; e un po’ d’introduzione all’arte dell’illustrazione fantasy)
L’altro giorno per questioni di giochi di ruolo cercavo un disegno dell’episodio del Silmarillion nel quale Finrod Felagund affronta Sauron nella sua torre e trovavo solo roba tutto sommato insoddisfacente, per non parlare del fatto che spesso l’episodio è confuso con lo scontro fra Morgoth e Fingolfin, certo più dinamico.
Un po’ insoddisfatto ho digitato allora qualche altra chiave di ricerca più generica, fantasy wizards (o sorcerers) fighting o robe del genere. Mia nipote Agnese, la grande delle nipoti piccole, che giocava nei dintorni, ha occhieggiato: «Che fai zio?».
«Cerco un disegno per una cosa. Volevo due maghi, tipo questo, ma due che combattano…»,
ma Agnese aveva visto qualcosa che le piaceva di più:
«Bella». Sigh. Sospiro di ammirazione.
Allora, ricordando che a Agnese piacciono le Winx, decido di mollare là i giochi di ruolo: «Vediamo se troviamo qualche altra cosa che ti piace», e digito fantasy wizardess.
Prima che a qualcuno di voi vengano i sudori freddi, sappia che vado in giro spesso per immagini fantasy e cyberpunk (e simili) e so cosa scrivere e cosa no. Fine parentesi.
E dunque troviamo questa, che a Agnese piace, «Sembra un po’ una principessa, no?»:
e poi, però, mi dice: «Ma zioooo, quell’altra c’ha tutte le puppe di fuori!».
Ops. Però ce n’è un’altra a fianco: «Questa, questa è bellissima!».
«Ma scusa!? E questa non ha tutte le puppe di fuori anche lei?».
«Ma cosa vuol dire, quello è il reggiseno…».
Comunque lo zio prudente decide di spostarsi altrove e digita female paladin, che si va più sul sicuro.
«Questa deve essere una buona, non trovi?» (è bionda, dopotutto).
Agnese è d’accordo. «Quell’altra però è cattiva»:
«Come, cattiva? C’ha la lancia di luce, la croce…».
«Eh, si, però il mantello rosso…».
«Mah, secondo me non conta… e questa?»
«È buona, ma è troppo vestita. Ha anche la pelliccia!».
«E questa, allora?» (dice lo zio che si sta divertendo a verificare gli stereotipi…):
«Eh, ma c’ha troppe cose, guarda! La spada, e lo scudo, e il coltello, e le frecce, e l’arco…».
Come darle torto? Ci siamo girati anche le ladre e le assassine e abbiamo convenuto che se una ha un velo sulla faccia è sicuramente un’assassina, abbiamo visto le maghe del fuoco (dove ci sono buone e cattive) e quelle dell’acqua (dove ci sono più buone che cattive), e anche barbarian female warrior («Zio, perché scrivi quelle cose?», «Quali cose?», «Quelle parole in inglese», «Per fare la ricerca…» – sguardo di compatimento per l’assoluta stupidità degli adulti – «In inglese!!», «Perché così c’è più scelta…», «Sarà!»), dove inaspettatamente troviamo Conan, che decisamente non va:
«Che schifo! Troppi muscoli. Guarda! E poi è in mutande».
«Scusa, e allora Tarzan? E Mowgli?» (Agnese ha visto da poco Il libro della jungla e le è piaciuto moltissimo).
«Ma che c’entra?», di nuovo lo sguardo di assoluto compatimento. «Loro vivono con gli animali, nel bosco».
Alla fine comunque troviamo questa, che è bellissima e che cammina sulle punte come una ballerina («Giù i piedi!», dico scherzando):
«E che nome le diamo?».
«Sole. No, Luna. No, Crystal!».
Salvo il file chiamandolo Crystal, che poi mi dimentico.
«L’hai salvato?».
«Ehia, così se vuoi lo puoi rivedere».
«Oh, zio, ti voglio bene».