La mia cena delle beffe
La cena delle beffe – Sem Benelli
Mi sono improvvisamente reso conto che a diverse settimane dalla conclusione della stagione 2015/16 di Oggi parliamo di libri non ho ancora terminato di segnalare e di commentare le puntate: aspettatevi quindi nei prossimi giorni una serie di articoli in merito.
Non ho molto da aggiungere alla puntata su La cena delle beffe, se non segnalare almeno il trailer dell’opera lirica alla Scala il cui ascolto mi ha così impressionato da indurmi a dedicare la puntata a quella che è, evidentemente, un’opera teatrale molto minore nella storia della letteratura italiana.
Proprio questa minorità merita un’ulteriore precisazione. Come ho tentato di dire in trasmissione al momento della sua uscita sulle scene La cena delle beffe non era affatto un’opera secondaria, ma invece un successo di punta durato oltre trent’anni e capace di trasferirsi con naturalezza su differenti canali narrativi, dall’opera lirica al cinema (una delle prime franchise italiane, se vogliamo): era cioè pienamente in linea con le aspettative del pubblico e con i gusti culturali di almeno un paio di generazioni, capace oltretutto di reggere alla rottura del suo autore con il regime. E in realtà Benelli è stato evidentemente capace di creare una letteratura nazional-popolare, nel senso gramsciano, e quindi va considerato un intellettuale importante: il fatto che i mezzi impiegati siano stati, diciamolo, piuttosto rozzi, dice forse più sulla qualità dei gusti culturali italiani dell’epoca – e sulla capacità di “parlare al popolo” degli altri intellettuali dell’epoca.
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