Controcorrenti
Avevo deciso di non entrare nella polemica sul fertility day sia perché su queste bolle di sapone normalmente non c’è molto di sensato da dire a interlocutori sensati, sia perché vagamente conscio di un pensiero non proprio allineato alla maggioranza.
Intendiamoci: lo stile di comunicazione della campagna è becero e deprimente e non c’è modo di salvarlo. Sui contenuti, però, il sospetto è che almeno una parte delle critiche siano un tantino pelose e molte in totale malafede. Anzi, ne sono sicuro.
E poi c’è tutto l’abituale compagnia di giro di quelli che non si perdono ogni occasione per recitare la parte di comprimari nel gran circo della comunicazione.
Ma avevo deciso di non entrarci. Non volevo andare controcorrente.
Poi ho scoperto che fra le tante azioni di comunicazione la campagna aveva commissionato anche un videogame.
Già.
Il sito della campagna adesso è offline ma qualcuno ha fatto in tempo a registrarlo su YouTube.
E quindi scopro che il gioco consiste in questo.
Se sei un ragazzo devi pilotare uno spermatozoo lungo uno stretto canale, contro una corrente irta di pilloline rossoblu, boccali di birra, bicchieri da cocktail, strane siringhe verdastre, poltrone, mozziconi di sigaretta, hamburger e altre cose (dovrebbero rappresentare i nemici della fertilità: fumo, alcool, droghe, vita sedentaria, cibo spazzatura eccetera). Se invece decidi di giocare come una ragazza devi pilotare un ovulo rosa contro la medesima corrente, ma la differenza è che fra tutta la roba che ti viene incontro ci sono anche degli spermatozoi e di quelli devi prenderne il più possibile.
Non scherzo: potete vederlo da voi.
E lì mi sono incazzato sul serio.
Un gioco dalla grafica brutta.
Un gioco elementare, stupido, con una meccanica a scorrimento orizzontale che era innovativa all’epoca in cui Space Invasion doveva ancora essere programmato.
Un gioco volgare e privo di ironia e di leggerezza.
Un gioco che non si capisce a quale pubblico sia rivolto, ma che presumibilmente si riferisce ai ggiovani (o ai giovanissimi), supponendo che gli piaccia giocare a qualunque cosa e che quindi gli si possa fornire un gioco brutto che tanto, zac!!, li abbiamo acchiappati lo stesso, e che quindi conferma nel giudizio sui giovani (dei decerebrati facilmente ipnotizzabili da qualunque cosa abbia la lontana apparenza di un gioco) e che così conferma l’incompetenza sociale, prima ancora che comunicativa, di chi ha concepito la campagna.
Un gioco che travisa e infantilizza i contenuti dell’argomento del quale vuole parlare, che sono complessi, trasformandoli in un banale endless runner da Commodore64.
E noi che sui nostri giochi ci poniamo mille problemi.
Non ce la possiamo fare.
È cosi involontariamente trash da lasciare sconvolti. XD
Innanzitutto, lo schema senza fine implica l’impossibilità di lieto fine, prima o poi sbatterai contro qualcosa, ergo, nessuna fecondazione: non dico di creare una storia da gdr, ma forse un clone di The Sims sarebbe stato un design più appropriato, anche con una grafica brutta. La versione con l’ovulo si getta pure sulla non conoscenza dell’argomento: dai miei scarni ricordi di scuola, quando un ovulo viene fecondato, diventa impenetrabile per gli altri spermatozoi, mentre in questo gioco se ne fa incetta.
Chi crea queste cose deve considerare che un gioco, anche se gratis, compete con altre migliaia di prodotti almeno per il tempo dei potenziali giocatori, e che di giochi gratis pensati e realizzati meglio di questo ne esistono davvero tanti!
Tutto esatto. Fra l’altro c’è una versione dei The Sims (non ricordo quale) nella quale se e quando fare figli era un tema molto presente.
Due altre dissonanze ludo-cognitive.
1) Il gioco è rivolto a giovanissimi e l’obiettivo è “andare a bersaglio”. Quindi vogliamo più gravidanze in adolescenza e intorno ai vent’anni. Davvero?
2) E il modello che proponiamo alle ragazze è “prenderne il più possibile”? Sicuri?