Come il Cagliari di Tiddia che giocava a memoria
Ieri e avantieri ero a Teramo per una riunione di Banca Etica: più precisamente per il Coordinamento dell’Area Centro, i componenti del quale conosco ormai da minimo tre anni, spesso da molto di più (questo che sta per scadere è il mio terzo mandato).
Io e altri abbiamo dormito da Gennaro, il quale però è dovuto uscire presto e ci ha lasciato soli in casa. Alle otto, puntuali, ci avviamo alla porta. Nel soggiorno vedo Antonio e Paolo che parlano.
«Cosa?», chiedo.
«No, stavamo notando che Gennaro ha la collezione completa di Zerocalcare», dice Antonio, avviandoci alla porta.
Zerocalcare, uhm.
Mi avvicino alla libreria. Antonio intanto è già sul pianerottolo. Non si è mai girato.
Noto che Gennaro nella libreria ha altri fumetti. Vedo un paio di serie della Bonelli, comincio a esaminare sistematicamente gli scaffali.
Dal piano di sotto Antonio, che non si è mai girato, grida: «Dai, Roberto, non metterti a leggere i fumetti di Gennaro, adesso!».
Ulp! Ritraggo con aria colpevole la mano.
E non si è mai girato; si vede che in questi anni abbiamo imparato a conoscerci!