Letteralmente
Da qualche parte su Facebook ho visto citare un articolo, tratto dal blog dei curatori dei dizionari pubblicati – anche on line – dalla casa editrice dell’Università di Oxford. È un articolo dall’umorismo impagabilmente british, e in sottofondo fa intravedere una serie di tematiche sull’uso della lingua – su cosa sia la lingua – piuttosto interessanti.
L’articolo, se lo leggete, si spiega da solo, quindi non mi dilungo. Segnalo solo che il modo descrittivo e affabile con il quale si affronta il dibattito linguistico mi ha colpito e mi sembra molto diverso – e direi migliore – del tipo di interventi di istituzioni consimili italiane come l’Accademia della Crusca che mi capita di leggere in giro. L’articolo è del 2013 ma ho visto che il dibattito su literally, “letteralmente”, è ancora piuttosto acceso, un po’ come quando in italiano si critica il piuttosto che usato in senso disgiuntivo.
Può “letteralmente” voler dire “figurativamente”?
Fermate le rotative!, letteralmente. Oppure no. Questa settimana c’è stato un dibattito molto forte riguardo alla scoperta che l’Oxford English Dictionary (OED) ha riportato un significato della parola letteralmente che sembra causare particolare irritazione. Parlo dell’uso della parola in una frase come: «Sono letteralmente morto dal ridere e sono dovuto uscire dalla stanza prima di rovinare la riunione». Naturalmente, se chi parla fosse davvero morto, allora la riunione sarebbe stata già rovinata, se non altro per la visione di un cadavere che si precipitava fuori della stanza. Scherzo, ma questo è precisamente il tipo di utilizzo controverso che fa indispettire le persone, e quando si scopre che è incluso nei Dizionari di Oxford, possono reagire come se il mondo stesse letteralmente per finire. Quel che potrebbe sorprendere è che questo utilizzo della parola è molto più remoto di quanto si pensi. Sebbene sia vero che è diventato via via più comune nell’uso moderno, è stato incluso per la prima volta nell’OED nel 1903. Quando la voce è stata aggiornata e pubblicata sul sito nel settembre 2011, abbiamo scoperto casi anche precedenti di questo utilizzo – il nostro esempio più antico è attualmente del 1769.
Questo utilizzo più recente e controverso (descrivere qualcosa in modo non letterale, come una forma di esagerazione) è divenuto più frequente nel tempo ed è ora talvolta usato in maniera deliberata in contesti non letterali. Ma letteralmente è sempre stato utilizzato per aggiungere peso o enfasi. Se voi scrivete: «il libro è letteralmente di 500 pagine» a frase può essere precisa, ma la sua precisione non dipende dalla presenza della parola letteralmente; addirittura l’enfasi che essa aggiunge può introdurre un dubbio circa la sua precisione.
Logico? No davvero
Perché questo sembra costituire così tanto un problema? Ha a che fare con la logica? «Sono letteralmente morto dal ridere e sono dovuto uscire dalla stanza prima di rovinare la riunione» non può in alcun modo essere vero da un punto di vista logico, e per alcuni la lingua dovrebbe essere logica. Prendete le doppie negazioni. Frasi come: «Non ho fatto nulla» spesso si scontrano con l’obiezione: «Bene, se non hai fatto nulla, allora hai fatto qualcosa». Ma mentre in matematica moltiplicare due numeri negativi senza dubbio dà come risultato un numero positivo, la lingua funziona in modi più misteriosi. Se prendete in mano una copia dei Racconti di Canterbury di Chaucer vi troverete numerosi esempi di doppie, triple, e anche quadruple negazioni. Nell’Inglese Medio l’uso di più di una negazione serviva a intensificare la forza della negazione espressa. Nel prologo dei Racconti di Canterbury, Chaucer descrisse il vero gentile e cortese Cavaliere: «Non mai nella sua vita non aveva detto a nessuno nessuna parola non gentile» [ho fatto del mio meglio, NdRufus]. Se qualcuno di questi tempi dice: «Non ho fatto niente», sta normalmente sottolineando che niente è successo o niente si è verificato. Attualmente questo uso non è uno che ci si aspetterebbe di trovare in contesti formali, soprattutto in testi scritti, ma è del tutto comune nel dialetto e raramente (o mai) causa vere incomprensioni, mentre può spesso aggiungere una lieve sfumatura di significato. Le doppie negazioni possono anche costituire un modo più variegato di esprimere un’affermazione, ma il significato dipende dal contesto o dal modo di pronunciare la frase. «Non ho fatto niente» può voler dire: «Ho fatto il minimo necessario», e: «Non ho fatto niente» può voler dire: «Ho fatto assai».
Confusi? Non dovreste
It is also unlikely that someone would genuinely be confused by the sentence “Rooney was literally on fire”. How about “I was literally coughing my guts up”? Perhaps part of the problem lies with what literally is qualifying in these examples, i.e. phrases that themselves are figurative, or dare I say it, not meant to be taken literally (in one of its senses). So, by adding literally to such expressions, you are reversing the figurative nature of them. Consider the sentence “He has literally put blood, sweat, and tears into earning a living for his family, but it goes with the turf”. If you removed literally from this sentence, how does the meaning change? It doesn’t in essence. The exaggeration is lost, certainly, but “put blood, sweat, and tears” is still figurative. What if you put “truly” or “really”? Would that cause as much consternation? It still wouldn’t make the sentence literal, but I suspect it wouldn’t cause quite so much opprobrium.
È anche improbabile che qualcuno possa davvero essere perplesso dalla frase: «Valentino Rossi ha letteralmente messo le ali». E che dire di: «Sta letteralmente per sputare i polmoni per la tosse?». FOrse parte del problema risiede nel fatto che letteralmente è qualificativo in questi esempi, cioè in frasi che in se stesse sono figurative, cioè non concepite per essere prese letteralmente (in uno dei suoi sensi). In questo modo, aggiungendo letteralmente a una frase simile si capovolge la sa natura figurativa. Prendete ad esempio la frase: «Ha letteralmente versato sangue, sudore e lacrime nel procurare il pane per la sua famiglia, ma questo è da aspettarsi». Se si togliesse letteralmente dalla frase, come cambierebbe il significato? La sua essenza non cambia. Si perde l’enfasi, certamente, ma versare sangue, sudore e lacrime è ancora figurativo. Cosa cambierebbe se metteste davvero o veramente? Questo causerebbe tanti problemi? Anche questo non trasformerebbe la frase in senso letterale, ma sospetto che non causerebbe tanta agitazione.
Qualcuna perversa viene verso di noi? Graziosa
Ovviamente l’uso di letteralmente in questi esempi è considerato un capovolgimento del significato originale, e questo potrebbe essere il punto centrale del problema. Tuttavia il fatto che una parola abbia nello stesso momento storico significati opposti o anche multipli (e alcuni per i quali potrebbe essere onestamente essere necessario il contesto per dare un senso alle cose). Wicked può voler dire “malvagio” ma può anche voler dire “impressionante” (almeno a partire dal 1920); sick può voler dire “profondamente sgradevole” ma può anche voler dire “eccellente”; nonplussed vuol dire “sorpreso, confuso”, e in anni recenti ha sviluppato il significato di “imperturbato”. Occorre ammettere che questi significati non sono quelli che si utilizzerebbero in contesti formali (nei nostri dizionari on line sono tutti evidenziati come informali). E che dire della parola nice? Il senso più antico di nice come riportato dall’OED è “sciocco” o “ignorante”. Contemporaneamente voleva dire “di facili costumi” e anche “raffinato”. Così l’aggettivo applicato al termine ragazza preso fuori contesto potrebbe causare qualche confusione. Quando Shakespeare in Pene d’amor perdute scrive di nice wenches, egli intendeva “fantesche di facili costumi”, ma entrambi gli altri sensi erano disponibili (insieme ad altri).
Le parole possono avere più di un significato, qualche volta allo stesso tempo. Questa non è un’idea nuova. Forse il problema con una parola come letteralmente è che la consideriamo in uno spazio vuoto, come la parola esiste ora. Con nice, noi non abbiamo difficoltà col fatto che ha significati opposti perché un significato primario si è affermato e molti degli altri sono da tmepo obsoleti (dei 42 significati dell’aggettivo nice inclusi nell’OED, 22 sono ora obsoleti). Non li incontriamo spesso. Ma questo non è sempre stato il caso.
Qualunque sia la ragione, è chiaro che le persone hanno opinioni molto sentite circa il “nuovo” senso delle parole. Forse la domanda da porsi non è tanto perché le persone abbiano un problema con letteralmente ma piuttosto perché i lessicografi non hanno un problema? Dipende da quel mantra spesso ripetuto – la lingua cambia. Il nostro lavoro è di documentarlo, per il bene e per il male. Tranne che per noi non c’è alcun male. Dobbiamo esaminare la lingua oggettivamente e spassionatamente. Naturalmente, parte del nostro lavoro è dare indicazioni su cosa può essere accettabile e quando. È per questo che etichettiamo alcune parole come gergali e perché abbiamo inserito una nota esplicativa sul significato controverso di letteralmente, evidenziando che sebbene molto comune è considerato irregolare nell’Inglese corretto.
Ed è per questo che letteralmente non capiamo perché di tutto questo trambusto.
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