Nuove regole di galateo per gli appuntamenti amorosi
Qualche sera fa ero a una pizzata familiare in un locale piuttosto trendy e quindi con una clientela molto gggiovane, compreso un buon numero di abbienti sessantenni impegnatissimi a non perdere l’abitudine.
Eravamo seduti non lontani dall’ingresso, con una visuale perfetta su tutti quelli che entravano e uscivano. Mentre consideravo il menù e lo spumantino d’ordinanza ho notato l’arrivo di una coppia; a parte noi il locale era frequentato prevalentemente da coppiette normalmente intorno ai venticinque, un po’ bene, carini, a parte le coppie dei sessantenni citati e qualche gruppetto di ragazze impegnato a scambiarsi confidenze prima di parti della serata più impegnative.
Questi comunque erano della categoria coppie giovani; si sono avvicinati al maitre e lei gli ha detto: «Ho prenotato a nome…».
Non ci ho fatto tanto caso ma, complice il fatto che la pizza è arrivata subito, è sparita in un lampo e poi abbiamo aspettato quel paio d’orette per il dolce, ho notato che per tutte le coppie giovani che arrivavano aveva prenotato lei.
Ora. È evidente che ci ho fatto caso perché una certa mitologia dell’uscita di coppia vuole che organizzi lui. Ovviamente non mi scandalizzo se le abitudini cambiano, anzi, però a un certo punto ho cominciato a farmi delle domande (ovviamente oziose, non ne dipenderà del destino del mondo): cioè, prenota sempre lei? E perché? Come mai?
Prima che le amiche femministe esultino, infatti, il segnale non mi pareva di parità acquisita. Intendo dire, in quel caso la cosa sarebbe stata casuale – un po’ lei, un po’ lui. Quello dei due che era più libero, chi aveva il numero in rubrica, chi ha invitato l’altro. Ma se è sempre lei, non può essere.
E le spiegazioni che mi venivano, in fondo, non erano particolarmente rassicuranti. A parte la teoria dell’eclissi del maschio moderno, che vende sempre bene anche se magari è farlocca, mi chiedevo: ma questi maschi che non prenotano, sono gli stessi che poi passeranno la vita di coppia sul divano, a lasciare che lei, come si è occupata delle prenotazioni nei locali durante il fidanzamento, decida come e cosa condurre la gestione della casa? O queste ragazze che si preoccupano di organizzare accuratamente le serate della coppia, sfogano così il loro desiderio di preparare il nido, visto che mancanza di lavoro, precarietà e nuovi usi sociali precludono loro i sistemi più tradizionali? O c’è in questo desiderio di mostrare questa loro capacità di intrattenimento la stessa necessità di mostrare di essere buona massaia che veniva chiesta alle loro nonne?
O forse, naturalmente, l’ansia di ottenere finalmente il sospirato tiramisù mi aveva ottenebrato la mente e mi ponevo domande oziose: chi siamo? dove andiamo? GRR Martin terminerà mai la sua serie di romanzi? questa ragazzetta carina pensa davvero che lui la giudicherà dalla qualità della pizza ottenuta nella serata? davvero?
In realtà no, non credo che fossero oziose.