Buon ultimo
Ho scoperto da pochissimo il sito di Celeste Barber, una comica australiana che riproduce le foto delle stelline di Instagram… con un tocco di ironia.
Sono rimasto un po’ male nello scoprire che in realtà di lei hanno giù parlato sulla rete in decine, in Italia (saranno migliaia nel mondo), ma mi ha fatto molto ridere e perciò, per quanto buon ultimo, ve la segnalo. Qui sotto un paio di esempi, sulla sua pagina ce ne sono, ovviamente, centinaia.
Vedo che la Barber segue un po’ una sequenza comune a moltissimi altri comici: cannibalizzare un po’ della notorietà altrui, farne una satira per così dire dall’interno, proporsi in contemporanea su tutte le piattaforme social – raramente qualcuno di questi ha un proprio sito personale – con gli stess contenuti su ciascuna, acquisire un proprio status autonomo di celebrità e alla fine, chissà perché, farne un libro.
È una operazione divertente che si apre al sospetto, naturalmente, di non essere un combattivo détournement situazionista ma semplicemente un posizionarsi come si può nella catena alimentare della società dello spettacolo; la cosa che più mi stupisce, però, è questo fatto del libro: voglio dire, hai 620 000 seguaci solo su Facebook, possibile che si guadagni di più così che con la pubblicità?
Colgo l’occasione, nel frattempo che risolvo questo dubbio, per segnalare una delle prime ad avere effettuato questa operazione, la giornalista Tiffany Beveridge, fondatrice della pagina La mia ben vestita bambina immaginaria, che utilizza le foto delle pubblicità di abiti per bambini per costruire storie immaginarie che hanno per protagonista la sua altrettanto immaginaria figlia Quinoa (sic) e i suoi altrettanto immaginari amichetti.