Si riprende!
Vedo che l’ultimo articolo su questo blog l’ho scritto il 3 agosto. Il 6 sono andato in vacanza e non ho più scritto: rispetto agli anni scorsi la vacanza era più intensa, il tempo minore, la connessione wi-fi dell’albergo meno efficiente, e insomma non ho scritto.
Facebook era molto preoccupato. Moltissimo.
A un certo punto ha preso a scrivermi ogni mattina: sono sei giorni che non scrivi… sette giorni… otto… i tuoi amici non stanno più commentando… fino al sommo: sono già dieci giorni che non hai più nuovi Mi piace sulla tua pagina.
Davvero: era spaventosamente in ansia per me. Quasi quanto Clash Royale.
In realtà non c’era molto da preoccuparsi, vedendo le statistiche del sito: le visite sono un po’ calate, questo sì, ma non poi così tanto. Il che è anche una salutare lezione di umiltà, dopotutto: non è che se smetti di scrivere succede poi questo granché: la gente continua a leggersi le cose da fare a Cagliari, qualche recensione di fumetti, libri o film o qualche altro articolo vecchio di aaaanni che nemmeno io ricordo più di aver scritto.
A proposito di anni: con i primi di settembre il blog compie cinque anni (in realtà la data potrebbe essere fissata a piacere fra il 27 luglio e il 4 settembre, a seconda di cosa di consideri come articolo di inizio).
Già cinque anni: caspita.
E quindi sto pensando di fare una festa del blog, sperando che la cosa vi faccia piacere. Non so ancora bene cosa fare e come, ma Maria Bonaria mi ha messo la pulce nell’orecchio e si sa che lei la sa sempre molto più lunga di me, quindi credo proprio che questa festa si farà.
Nel frattempo segnalo un po’ di cose sulle quali vorrei scrivere nei prossimi giorni, a seconda dell’umore e delle altre cose da fare:
- di strutture narrative e videogame, per esaltare gli autori di giochi di ruolo dei tempi andati, i quali avevano capito tutto
- di debriefing e post mortem, per concludere un discorso già da tempo iniziato
- di trucchi grafici per avere ragione anche quando si ha torto, un po’ come quando si usano le fallacie logiche per ingannare l’interlocutore o il pubblico
- di Nietzsche, Dumas e di come Gramsci spesso sembra che non ci azzecchi ma poi ci azzecca moltissimo – e di superuomini, da Rastignac al Conte di Montecristo
- e del Conte di Montecristo e della mia ignoranza del romanzo francese
- beh, della vacanza e di come la Val Venosta sia un posto secondo il mio cuore
- di gente che, ben prima di Instagram, considera luoghi ed eventi come un palcoscenico per ben figurare
- dei cattolici del Tirolo e dei mendicanti.
Anche questo elenco, anche se non sembra, è un esercizio di umiltà: perché non so se ve ne siete mai accorti ma tutte le volte che scrivo che parlerò di questo o quello, tanto più se annuncio in gran pompa: ve lo scrivo domani, poi non lo faccio mai ( o dopo aaaanni). Così lo faccio apposta, a darmi la zappa sui piedi, così non monto in cattedra (e questo vuol dire, probabilmente, che tutti questi fighissimi argomenti non saranno mai trattati).
Ma di questo parlerò meglio domani!
Facebook sembra un amico ossessionato, da come lo descrivi XD
Pingback: La tecnica dell’elastico – La casa di Roberto