Modi diversi di vedere le cose
Oggi, credo per la prima volta in vita nostra, sia io che Maria Bonaria siamo nello stesso giorno in malattia dal lavoro.
La verità è che siamo profondamente raffreddati da un paio di giorni e ci aggiriamo per casa tossendo a ogni momento e Maria Bonaria, che è prudente, ha detto: «Sarebbe meglio che restassimo a casa». Io non volevo, perché le lauree non si fanno da sole e anche circa un altro milione di cose ma poi ieri avevo due lineette di febbre e mi sono lasciato convincere a chiamare il medico, per evitare malanni peggiori in seguito.
Poi stamattina pioveva a dirotto e ho pensato che se mi bagnavo mi veniva davvero la polmonite, e un po’ mi sono convinto di aver fatto la scelta giusta, anche se continuo a pensare che essere malati inizi a almeno 38° di febbre (devo essere un maschio anomalo).
E un po’ a questa situazione di malattia ha contribuito anche il subcomandante Marcos, che è da due giorni che ci fornisce pranzo e cena, poveretti, pasti che consistono in cose tipo riso bollito e minestrine di zucca: si vede che da fuori suscitiamo veramente compassione
Ecco, poi ieri mi sono fatto a cena due hamburger e la scarola rosolata, che va bene essere malati ma magari volevo un po’ di sostanza e lei forse l’ha intuito, infatti oggi ci ha portato la pasta alla Norma (adesso, non diteglielo, ma il subcomandante Marcos è una sorella gentilissima).
Ma in realtà tutta questa è la premessa. Quello che volevo dire è che a un certo punto oggi ho pensato, come dicevo, che è la prima volta in vita nostra che io e Bonaria siamo malati lo stesso giorno.
Non so se in altri anni avrei pensato che la cosa era tenera oppure, boh, l’avrei vista in altro modo.
«Eeeeh, è la vecchiaia», ho pensato questa volta.
Allegria.
Poi per fortuna è arrivata la pasta alla Norma.