Manca ancora un po’ a Minority Report
Ho letto con interesse, l’altro giorno, un articolo di Business Insider sul software costruito da un ispettore di polizia di Napoli che serve a prevedere statisticamente dove avverrà un crimine (furti, rapine, scippi) e quindi a prevenirlo. A quanto riferisce il suo autore, funziona.
Vedo che il software è noto da tempo e che periodicamente gli vengono dedicati articoli, diciamo così, di colore, il che è un peccato perché in realtà probabilmente sarebbe uno spunto interessante per iniziare discussioni non banali sulle politiche per la sicurezza delle nostre città. I commenti invece oscillano fra l’orgoglio italico (un’invenzione tutta nostra) e la fantascienza di basso rango (immancabile la citazione di Minority Report).
In realtà cercando il link all’articolo per suggerirne la lettura (l’avevo perso, ehm) mi sono imbattuto in un interessante reportage di Valigia Blu che un po’ smonta entrambe queste asserzioni e comunque allarga parecchio il campo in maniera critica.
Pare infatti che software predittivi di questo genere abbondino negli Stati Uniti da parecchi anni (Dio solo sa cosa sta facendo la Cina, peraltro), con logiche se non uguali a quelle del programma italiano comunque molto simili. E sembra poi che, quando sottoposti a valutazioni indipendenti sorgano molte perplessità sulla loro reale efficacia. Vi rimando comunque alla lettura dei due articoli perché vi facciate un’idea!