Il tocco della morte
Me li immagino candidati di destra in giro per il mondo, che a un certo punto entra un assistente, pallido come un cencio. «Che c’è? Non vedi che sono impegnato a lucidare le svastiche del nonno?!».
E quello che farfuglia, imbarazzato. Lo fa sedere, controlla se c’è un bicchiere d’acqua a portata di mano.
«Parla, miserabile!».
«Ecco, uhm, è arrivata… una dichiarazione pubblica… ma piccola, eh, quasi invisibile, da parte di Salvini…».
E il candidato si porta la mano al cuore, come trafitto, e si appoggia barcollante allo schienale della sedia.
E con un filo di voce speranzoso chiede: «Un comunicato?».
E quello, sconsolato: «Un video… 23 secondi».
Il candidato crolla indietro sulla sedia, sentendosi già morto.
Tutti accorrono, con bugie pietose: «Dai, vedrai che non è niente… non è mica detto… oggi come oggi la scienza demoscopica fa miracoli… a un mio zio è capitato è adesso è direttore della casa di riposo Il crepuscolo degli dei…».
E quello, lo sguardo perso nel vuoto, può solo mormorare: «Ah, Salvini, Salvini, cosa mi hai fatto…».