Mentire ai test
Avevo salvato giorni fa un piccolo articolo del 2014 sulla NPR che racconta di una inaspettata difficoltà in cui si sono imbattuti al tempo (e immagino anche ora) alcuni ricercatori di materie sociali che lavoravano su temi collegati all’adolescenza (bullismo, esclusione sociale, uso di droghe, comportamenti autolesionisti o pericolosi o problemi psicologici).
Cioè, inaspettata: hanno scoperto che quando somministravano dei questionari, una percentuale significativa dei ragazzi e delle ragazze mentiva nelle risposte: per esempio in uno studio il 19% di quelli che avevano raccontato di essere stati adottati non lo erano; riformulate le percentuali corrette, la significatività della correlazione fra l’essere stati adottati e uso di droga, alcol o insuccesso scolastico spariva.
A me non pare proprio una scoperta sconvolgente, ma magari non ci si era pensato abbastanza in precedenza; la sensazione improvvisa al tempo dell’articolo era che questo modo di giocare con le risposte e prendere il test come l’occasione di fare gli spiritosi (e, direi, nascondere l’imbarazzo) potesse potenzialmente invalidare la ricerca o vanificare anni di lavoro (e forse dovrebbe indurre a prendere con un minimo di prudenza i risultati delle vecchie indagini; vedo che attualmente almeno una parte dei ricercatori del campo sta adottando contromisure o raffinando i propri test).
Il vecchio animatore che è in me è sempre dalla parte degli adolescenti, e quindi non solo la notizia mi ha ispirato simpatia e tenerezza per quel 99% che di fronte alla domanda: «Hai un arto artificiale?» ha risposto immediatamente e con sicurezza di sì, ma ho anche un po’ goduto dell’imbarazzo di adulti un filo pomposi (e temo, piuttosto paternalisti) che scoprono che gli adolescenti rovinano i loro giochi troppo seriosi.
Però in realtà mi sono anche chiesto se la cosa si limiti, in realtà, agli adolescenti, e se la caduta dal pero dei ricercatori non dovrebbe avvenire da un’altezza maggiore: possibile che non ci sia lo stesso fenomeno anche nelle onnipresenti indagini via questionario che ci viene chiesto di compilare? Possibile che anche fra noi adulti non ci siano gli spiritosoni?
Se tutti rispondiamo ai test in maniera veritiera la cosa sarebbe rassicurate per la scienza ma un po’ triste perché vorrebbe dire che avremmo spento la parte giocosa di noi.
Spero di no: ci sono beni più grandi della (cattiva) scienza.