Modesta
Ieri prendevo il caffè fuori del lavoro e fra tutta la gente assiepata fra i tavolini ho notato una ragazza, che aveva una gonna lunga che la fasciava e un frontalino che le lasciava tutta la schiena scoperta, e insomma, l’insieme la rendeva molto sinuosa e l’ho notata.
Quando poi ho avuto la tazzina in mano e mi sono girato alla ricerca di posto, l’ho vista di nuovo: era assieme a un gruppo numeroso tutto di maschi. La cosa strana è che stava fuori del cerchio: quelli stavano tutti assieme, indicavano qui e là e guardavano l’orizzonte – discutevano evidentemente di dove andare e cosa fare poi: lei invece stava fuori del cerchio, in disparte, ma non in attesa, o separata: piuttosto in un teorico secondo cerchio, più esterno. Me la sono immaginata la fidanzata di uno, portata a un qualche evento universitario a lei estraneo, o aggregata per caso a un gruppo di semisconosciuti per chissà quale ragione.
Quando ho pagato, e di nuovo mi sono girato, l’ho vista di nuovo. Il gruppo aveva preso la sua decisione e si stava avviando. Lei si è trattenuta a impilare le sede, poi si è avviata piano dietro di loro, cinque passi dietro l’ultimo della fila.