Terry Pratchett a “Oggi parliamo di libri”
Ho messo oggi in linea la puntata di Oggi parliamo di libri dedicata a Terry Pratchett.
Questioni di peso
Mi ha fatto notare proprio ieri il mio amico Andrea Assorgia che spesso nelle puntate la parte introduttiva ha troppo peso rispetto alla discussione vera e propria del libro. È di solito vero, e dipende dalla mia ormai conclamata incapacità di gestire i tempi della puntata, per cui arrivo sempre “lungo” e alla fine devo recuperare di gran fretta tutto quello che non ho detto.
In realtà l’osservazione di Andrea si riferiva alla puntata su La mano sinistra delle tenebre in cui oltre che parlare del libro mi premeva spiegare il meccanismo della nascita della fantascienza femminista, che trovo una sottosezione del genere molto importante in cui si sono espresse grandissimi autrici come la LeGuin, la Cherry o la stessa Marion Zimmer Bradley, un caso cioè in cui la cosa è scusabile.
Però la critica rimane vera in generale e viene alla mente, con meno scuse che io possa avanzare, anche riascoltando la puntata dedicata a Pratchett, dove oltretutto pago forse il fatto che ho avuto qualche incertezza se fare del centro della puntata l’opera di Pratchett in generale o A me le guardie!! in particolare.
Complessivamente, però, trovo che anche in questo caso il difetto sia lieve e che la puntata sia abbastanza equilibrata. Piuttosto ho l’impressione che durante tutta la trasmissione mi sia mancata la capacità di chiudere per bene i punti che volevo esplicitare: li ho detti sempre quasi del tutto, ma non so, onestamente, se si capisce fino in fondo tutto quel che volevo dire.
Quel che volevo dire di Terry Pratchett
Devo confessare che la prima volta che ho letto Il colore della magia (in italiano), non l’ho apprezzato moltissimo. Per me Pratchett è una scoperta relativamente recente, diciamo dell’ultima decina d’anni. E anche così ho sempre apprezzato soprattutto la dimensione parodistica: perché al fondo sono un geek e un giocatore di ruolo, quindi per definizione conosco i luoghi comuni del genere, mi interessa esplorarli – non è per caso che durante la puntata ho citato la storiella delle sfortunate “magliette rosse” di Star Trek – e reagisco positivamente a un autore che dimostra di padroneggiarli così tanto da poterli perfino sbeffeggiare, contemporaneamente rispettandoli rigorosamente.
Pensavo a questo anche quando ho scelto il brano musicale della puntata, che era I shot the Sheriff di Bob Marley.
E naturalmente Pratchett ha un dominio dell’invenzione linguistica che conquista: forse la prima volta che l’ho letto non capivo abbastanza l’inglese da apprezzarlo (o forse era una traduzione italiana, addirittura), ma successivamente è stato uno degli elementi che mi hanno legato ai suoi libri.
Poi però ho letto un’intervista di Patrick Rothfuss, che alla domanda sulle sue letture formative rispondeva
Terry Pratchett. He doesn’t get enough credit for the superbly believable world he’s created. It’s internally consistent, well constructed, and his characters behave realistically.
Mondo superbamente credibile. Internamente coerente, ben costruito. Un mondo a cavallo di quattro elefanti montati su una tartaruga interstellare?! Eppure il buon Patrick ha ragione, e mi sono reso conto che senza questa dimensione – e la dimensione a tutto tondo dei personaggi principali – gli altri pregi di Pratchett non basterebbero. Pratchett non è solo pura geekeria né parodia e nemmeno barzellette: sono romanzi veri.
Questa era l’idea principale che volevo trasmettere nella puntata; riascoltandomi mi pare che si, l’ho detto, ne ho discusso, ma mai del tutto, mai fino in fondo, come se mancasse sempre un soldo a fare un quattrino (oddio, mi vengono metafore alla Bersani…) : sappiatemi dire quel che pare a voi, e se invece sono stato chiaro.
A me le guardie!! (Guards! Guards!, Terry Pratchett, 1989)
Tendo a pensare che il pubblico di Oggi parliamo di libri sia un pubblico tutto sommato digiuno di fantasy.
È una pura ipotesi, perché a parte mia madre non conosco nessuno che segua la trasmissione con costanza.
Ora che ci penso effettivamente mi sembra difficile di questo passo arrivare un giorno a ragazze che mi chiedano in maniera pressante di autografargli il petto come a Richard Castle.
Scusate, mi sono distratto.
Dicevo: penso che la trasmissione abbia un pubblico non di esperti ma di persone che casomai si avvicinano al genere per la prima volta. È per questo che per avvicinarsi a Pratchett ho consigliato A me le guardie!!, che trovo, come ho detto in trasmissione, più adatta come introduzione. In realtà questa non è la mia posizione completa: per chi ha una certa esperienza nel genere penso che sia più opportuno semplicemente leggere tutti i romanzi del Mondo Disco in sequenza, cosa che permette di cogliere meglio l’evoluzione dell’autore e anche i rimandi fra le diverse serie interne. Rimango invece dell’idea che per chi non ha esperienza e cerca un nuovo tipo di letture rilassanti la serie della Guardia Cittadina di Ankh-Morpork che inizia appunto con A me le guardie!! (o quella dedicata alla Morte, iniziando perciò con Mort – Morty l’apprendista) sia l’approccio migliore al Mondo Disco: ma è un’opinione sulla quale sarei curioso di sentire pareri.
Cose di cui non ho parlato
A un certo punto della trasmissione dico che, se resterà tempo, volevo parlare anche di Pratchett come persona. Ovviamente il tempo non basta mai, quindi ho tralasciato. Volevo parlare della malattia, della dignità e serietà con cui Pratchett l’ha affrontata e del contrasto tragico con la dimensione solare e ironica con cui siamo sempre stati abituati a pensare a Pratchett (quando ancora non avevo letto niente del Mondo Disco le cronache delle sbornie e degli scherzi di Pratchett erano parte costante della rubrica di Langford su White Dwarf).
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