La Rosa Bianca
La Rosa Bianca
Il libro ripercorre le vicende della Rosa Bianca per poi tracciare un bilancio di questo sfortunato tentativo di resistenza al nazismo.
Inizia nel centro dell’azione, con il racconto della drammatica cattura del nucleo fondante del gruppo, i fratelli Scholl e Christopher Probst, seguito dallo smantellamento completo dell’organizzazione.
Si fa quindi un “passo indietro” per tracciare, separatamente, la biografia dei principali componenti, la loro formazione morale e spirituale (più che politica) e il modo con cui maturarono il rifiuto del regime nazista.
Presentati i protagonisti si raccontano le vicende vere e proprie della Rosa Bianca, naturalmente focalizzate attorno all’arresto, e quindi ai processi e per molti, purtroppo, alle esecuzioni.
Di grandisismo interesse è il capitolo XV, che passa in rassegna le cinque principali intepretazioni via via proposte per spiegare l’azione della Rosa Bianca. La lucidità e il coraggio di questi ragazzi, infatti, conferisce loro una superiorità morale sorprendente nei confronti di altri gruppi di resistenti, che si mossero solo molto più tardi, per non parlare dell’opinione pubblica tedesca in generale. Questa “diversità” è quindi provocatoria e ha suscitato nel tempo diversi tentativi di spiegazione. È chiaro che non si può parlare della Rosa Bianca senza parlare, per contrasto, de “l’altra Germania”, e questo funzione di cartina di tornasole dà al capitolo il suo interesse.
Anche senza questo bel capitolo, tuttavia, il libro ha un grande fascino, che deriva direttamente dalla statura morale e esistenziale dei componenti della Rosa Bianca di cui vengono narrate le vicende.
Sophie Scholl e la Rosa Bianca
Rispetto all’altro libro di Ghezzi sulla Rosa Bianca questo si concentra maggiormente sui fratelli Scholl e in particolare su Sophie, indagando in particolare la loro formazione, le loro motivazioni e gli ideali che li portarono alla resistenza contro il nazismo. Lo trovo anche più dettagliato sulla sequenza tragica degli ultimi giorni, del processo e della condanna a morte, mentre trascura maggiormente il quadro d’assieme, le condizioni della Germania e l’interpretaizone che la storiografia successiva ha dato delle vicende della Rosa Bianca. Proprio perché ampio spazio è dato al percorso formativo degli Scholl e al loro progressivo contrapporsi all’ideologia hitleriana, Ghezzi sembra dare maggior spazio alla visione che trova nella scelta di ribellione degli Scholl forti motivazioni religiose; mentre altrove, pur riconoscendo queste motivazioni le aveva in qualche modo inserite in un quadro d’assieme più sfumato.
Riunisco le recensioni pubblicate su Anobii a novembre del 2010 di due dei testi sulla Rosa Bianca che sono presenti nella mia libreria.
Il gruppo La Pira conta i resistenti della Rosa Bianca (un gruppo in cui erano presenti cattolici e protestanti) fra i propri santi protettori, e cerca di celebrarne la festa ogni anno (con alterni successi).
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