Funghi e formiche zombie
Un articolo del National Geographic segnala che nelle foreste fluviali del sudamerica si è diffuso un fungo che attacca le formiche uccidendole.
Il fungo si insedia nel cervello dell’animale inducendolo a recarsi in un luogo fresco e umido, adatto alla riproduzione del fungo (con qualche esagerazione, si dice che trasforma le formiche in “zombie”, prendendone il controllo). Giunto nel luogo opportuno il fungo uccide la formica, disperdendo spore che andranno a infettare e controllare altri ospiti.
La proliferazione del fungo, che è considerato in questo senso “nuovo”, sembra legata a variazioni ambientali e climatiche, innalzamento della temperatura, variazione delle stagioni e deforestazione. Il che naturalmente costituisce l’ennesimo segnale delle catastrofi ecologiche che l’azione dell’uomo potrebbe scatenare (o ha già scatenato).
Uno scenario narrativo per le formiche zombie
Senza voler sottovalutare la gravità di questi fenomeni, quello che mi colpisce è la dimensione narrativa di questa storia, che si presta perfettamente per costruire uno scenario di gioco di ruolo (o un film o un libro).
Immaginiamo che il fungo possa mutare e migrare da un ospite insetto ai mammiferi (o addirittura all’uomo). Potrebbe mutare spontaneamente, oppure ci sono i soliti militari di mezzo, che si baloccano con l’Armageddon, magari perché si illudono che una varietà di fungo mutata possa essere utile per costruire un supersoldato ciecamente obbediente agli ordini.
Parentesi: in questo scenario le dichiarazioni del prof. Hughes, che sta studiando il fenomeno, non sono molto rassicuranti. Il professore sembra unicamente interessato al fatto che, oh gioia!, forse ci sono altre migliaia di specie di funghi simili nascoste nelle profondità delle foreste tropicali. Detto così, il professore sembra il tipico scienziato presente in questo tipo di narrazioni il quale, perso dietro la sua sete di conoscenza, ignora la dimensione distruttiva del fenomeno che sta studiando.
Ma torniamo a noi: il fungo sfugge ai controlli e ce lo ritroviamo in the open, con migliaia di umani contagiati che si dirigono verso luoghi prefissati dai parametri dei militari, ma non per difenderli, bensì per attaccarli. Oppure, in una variante più metafisica, il fungo è mutato da solo e nessuno sa perché le persone si dirigono, che so, verso Nazca piuttosto che verso l’Area 51. Oppure ci potrebbe essere una variante: i militari hanno impiantato un certo tipo di comando nel fungo, ma l’organismo lo sta interpretando in maniera del tutto inaspettata e, ovviamente, la più tragica possibile.
Da lì in poi la sequenza narrativa è pronta: l’emergenza mondiale, il frenetico consultarsi dei governi, l’imposizione delle legge marziale, la corsa contro il tempo per trovare una soluzione… oppure, a un livello micro, un gruppo di personaggi (magari una famiglia) che tenta disperatamente di uscire dalla zona di propagazione per arrivare al sicuro.
Una variante forse più sottilmente horror è quella per la quale il fungo non è mutato fino a poter attaccare l’uomo, ma solo un tipo di animale domestico, come il cane o il gatto, e improvvisamente i piccoli amici diventano i peggiori nemici.
Per fortuna la soluzione stessa al fungo zombificatore sembra esistere in natura: lo stesso National Geographic racconta di un altro fungo antagonista che impedisce la propagazione del primo. Anche procuraselo, o produrlo nelle quantità richieste, potrebbe essere un’avventura in sé. E magari c’è una setta millennaristica che non vuole che l’umanità si salvi.
È uno scenario horror-fantascientifico interessante, e meriterebbe di essere scritto per bene da qualcuno. Ve lo regalo: in cambio spegnete la luce quando uscite dalle stanze, montate i pannelli fotovoltaici, usate meno l’auto e più i trasporti pubblici, e tutto il resto. Altrimenti un giorno potrebbe non essere più una storia…
Seguendo un po’ il mondo videoludico potresti scoprire che esiste un gioco della Naughtydog, uscito di recente, che narra proprio dell’eventualità in cui il fungo migra da una specie all’altra e contagia l’uomo. Un ottimo titolo che ha riscosso grandissimo successo in tutto il mondo. The last of us