Una puntata conclusiva
Ho messo oggi on line la puntata di Oggi parliamo di libri che concludeva il ciclo dedicatato a fantasy e fantascienza.
Durante le trasmissioni ho presentato, nell’ordine: Lo Hobbit, L’eternauta, Il gioco di Ender, il ciclo di Conan il Barbaro, il ciclo di Harry Potter, La mano sinistra delle tenebre, i libri di Terry Pratchett, Fahrenheit 451, i libri dei robot di Asimov, Nessundove, il ciclo di Narnia, La storia infinita, William Gibson e il cyberpunk, e Twilight (tutte le puntate sono su YouTube o qui sul blog).
Ci sono state alcune scelte un po’ strane e parecchie omissioni significative: potendo avrei fatto anche una puntata sulla città tentacolare, un classico del fantasy, usando Leiber e Newhon, e avrei voluto anche presentare Jack Vance: essendo entrambi fuori commercio, le due puntate sono saltate; per turare il buco ho inserito Twilight di cui avrei altrimenti parlato più avanti. L’unica altra puntata che avrei voluto fare era quella sulle grandi antologie di racconti, che è saltata perché non mi sono sentito all’altezza, mentre per la puntata sull’ucronia la mia prima scelta al posto di Nessundove era stata quella di parlare del ciclo della Legione di Turtledove: che però, manco a dirlo, è fuori commercio e quindi ho ripiegato su Gaiman, che altrimenti avrei presentato forse diversamente.
Il mio progetto per questa puntata era giustificare le scelte fatte, i libri di cui ho parlato e quelli che ho omesso, e indicare dei “percorsi di lettura” a partire da ciascuno dei libri presentati: siccome il refrain della serie era l’idea che ciascun libro fosse una porta d’ingresso diversa verso il genere, in conclusione volevo provare a dire, per ciascuna porta, dove andare dopo averla attraversata.
In realtà il tempo è tiranno, un po’ mi sono confuso e non sono riuscito a esporre tutto quello quello che volevo dire. Il blog mi sembra una buona occasione per integrare e chiedere pareri: cosa ho omesso in maniera imperdonabile, di cosa avrei dovuto parlare, quale scelta è stata azzeccata? Gli amici della Locanda delle Arti Fantastche (che mi hanno dato una grossa mano nella fase progettuale e che vorrei ringraziare per la solita cortesia e competenza) mi avevano suggerito di inserire una puntata sulla space opera, magari facendo riferimento a Lois McMaster Bujold (o a Dune, magari?): era un buon consiglio ma non avendo mai letto la Bujold a fondo e non sopportando Herbert non mi sono sbilanciato. Sicuramente altri avranno le loro idee in merito, e io sarei curioso di sentirle.
Non proponete Licia Troisi o Terry Brooks: la loro omissione è spiegata in trasmissione, con la teoria della crostata della mamma. Anche per Martin si danno giustificazioni…
Percorsi di lettura
Come ho detto, rispetto alla trasmissione, qui vorrei sfruttare l’occasione di dilungarmi di più. La domanda è sempre la stessa: ho letto X (dove X è un libro presentato in trasmissione), mi è piaciuto, ora cosa leggo?
Dopo Lo Hobbit?
Dopo Lo Hobbit, Narnia, per rimanere sul fantasy “favolistico”. Dopo Lo Hobbit, Il Signore degli anelli, per continuare a esplorare il mondo di Tolkien. Queste sono scelte ovvie: in trasmissione ho suggerito anche un percorso meno scontato, tutto volto all’indietro, verso i precursori del racconto fantastico per adulti che vogliono salvare una parte del bambino che è in loro: Peter Pan di Barrie, Il dottor Dolittle di Lofting, le storie di Mary Poppins della Travers.
Dopo L’eternauta?
Gilgamesh, di Robin Wood e Lucho Oliveira, è il fumetto che è stato spodestato di pochissimo da L’eternauta. In realtà qui c’è un mio errore, che mi fa considerare più il mezzo (il fumetto) che il contenuto (il genere di storie): i rapporti tematici fra questi due fumetti, per esempio, sono nulli. Chi ha amato L’eternauta probabilmente potrebbe amare un libro come Io sono leggenda, di Matheson, penso.
Se però quel che avete scoperto è la narrazione a fumetti con temi fantastici e fantascientifici, avete il mondo davanti: per esempio Velissa, di Le Tendre-Loisel, o La casta dei metabaroni, di Jodorowsky, l’Incal, di Moebius, o il Sandman di Gaiman; provateli, andate in fumetteria finché non trovate il segno grafico e lo stile narrativo che vi soddisfa di più. Anche prendere per un po’ delle riviste contenitore come Skorpio o Lanciostory è una buona idea, per farsi un gusto personale e decidere qual è il genere preferito.
Dopo Il gioco di Ender?
Ci sono alcuni percorsi di lettura a partire da libri che sono stati presentati in altre puntate. Per esempio leggere cyberpunk (magari più La matrice spezzata di Sterling che non Gibson) e provare a fare i confronti. Un’altra opportunità è quella di far cozzare Ender con la fantascienza politica, cioè con la LeGuin de I reietti dell’altro pianeta, per esempio. Almeno uno dei seguiti de Il gioco di Ender – ce ne sono sei – merita (penso a Il riscatto di Ender) anche se ci sono parecchi cambi di impostazione spiazzanti; invece tenetevi alla larga dal ciclo ucronico di Alvin Maker l’apprendista. A naso credo anche che chi ha amato Ender apprezzerebbe la fantasy di Sanderson, ma questo è un autore che devo ancora approfondire.
Ah, naturalmente vanno considerati i fumetti: la resa grafica di quello che è stato tratto dal libro, con la supervisione dello stesso Card, è impressionante.
Dopo Conan?
In trasmissione ho consigliato i romanzi con protagonista Kane, di K.E. Wagner, in particolare La crociata delle tenebre. Un’altra possibilità sono gli altri cicli howardiani con protagonisti i vari Kull di Valusia, Bran Mak Morn o Turlogh Dubh O’Brien – Solomon Kane è un altro paio di maniche. Riflettendoci trovo che Conan e Kane rappresentino una delle porte più ampie verso il mondo del fantasy: dopo essersi abituati a loro si può esplorare il genere avanti e indietro trovando sempre qualche richiamo a queste opere primitive. Per il fantasy più recente probabilmente chi ha apprezzato il Conan più cupo può indirizzarsi a David Gemmell (il ciclo dei Drenai) e a Joe Abercrombie, chi ha apprezzato il Conan più eroico a David Eddings e al ciclo degli Elene.
Dopo Harry Potter?
L’amuleto di Samarkanda. Oppure Lo hobbit o Narnia e poi da lì seguire i vari percorsi che vi suggerisco. Anche La storia infinita potrebbe piacervi, e sicuramente Momo, sempre di Ende.
Dopo La mano sinistra delle tenebre?
La LeGuin va letta. Tutta. Probabilmente anche Il gioco di Ender è un libro che fa per voi, e potreste anche esplorare un’altra autrice contemporanea della LeGuin, Carolyn Janice Cherry (che come la LeGuin ha scritto sia fantasy che fantascienza). Perfino la Marion Zimmer Bradley potrebbe avere delle cose adatte a voi: evitate il ciclo di Darkover, e date un’occhiata alla sua riscrittura al femminile del ciclo arturiano. Ma se vi piace la fantasy con un sottofondo politico, dovete leggere assolutamente il ciclo di racconti ambientati a Nevèrÿon di Samuel R. Delany: sono spiazzanti, ma meritano.
Dopo Terry Pratchett?
Il suggerimento ovvio è La guida galattica per autostoppisti spaziali di Douglas Adams. È un suggerimento ovvio, che però do un po’ a malincuore, perché (lo dico? lo dico!) anche se lo stile narrativo e il gusto per l’invenzione sono simili, secondo me Pratchett è molto superiore. E in ogni caso non sono convinto che i seguiti della Guida siano all’altezza.
In realtà il meglio della satira e dell’umorismo nel fantastico sta nei fumetti: solo che proprio in questo momento non mi ricordo gli autori – che figura barbina per l’esperto!!
Dopo Fahrenheit 451?
Qui sono in difficoltà. Naturalmente potete continuare a leggere Bradbury. Altrimenti provate il giorno dei trifidi o I figli dell’invasione (noto anche come Il villaggio dei dannati) di Wyndham. Se vi piace probabilmente vi piace la fantascienza classica con un sottofondo politico. Se non vi piace provate La LeGuin o forse Ender, perché probabilmente vi piace il racconto politico con un sottofondo avventuroso e fantascientifico. Ah, e naturalmente c’è un grande autore sospeso a metà fra politica e fantascienza: Philip K. Dick.
Dopo i libri dei robot?
In trasmissione ho indicato alcuni percorsi: Abissi d’acciaio e Il sole nudo prima di tutto; leggere il resto dei cicli di Asimov, soprattutto quello della Fondazione.
Però c’è un’altra pista, che è quella di rimanere nel campo del racconto fantascientifico breve; in trasmissione ho consigliato la raccolta La sesta vittima di Sheckley, ma anche Philp K. Dick e lo stesso Asimov sono autori che meritano, come molti altri: forse una antologia collettiva potrebbe fare per voi; purtroppo ho l’impressione che non ci sia molto in commercio di questo genere attualmente: è uno dei casi in cui consigliare una gita alla biblioteca pubblica locale, dove recuperare la famosa antologia Le meraviglie del possibile o le varie Il meglio della fantascienza, curate ogni anno da Asimov stesso.
Dopo Nessundove?
Stardust, dello stesso Gaiman. I fumetti di Sandman, dello stesso Gaiman. Se i fumetti vi piacciono, siete pronti per American gods, dello stesso Gaiman. Il che un po’ mi fa dubitare che Gaiman sia davvero una porta d’ingresso: se dopo si legge solo lui, che ingresso è? Provate a seguire la traccia dei fumetti di scuola americana, oppure leggete i racconti di Nevèrÿon di Samuel R. Delany, e buona fortuna.
Dopo il ciclo di Narnia?
In trasmissione ho consigliato Il leone, la strega e l’armadio, ma tutto il ciclo di Narnia merita. Dopo di che provate Lo hobbit o Harry Potter, e da lì seguite i consigli che ho dato. Non so perché, ma credo che anche i racconti di Newhon di Fritz Leiber vi piacerebbero. Se il tema religioso o filosofico vi interessa davvero, il ciclo del professor Random dello stesso Lewis o La storia infinita sono due buoni suggerimenti. Oltre c’è Gaiman col suo American gods che vi attende.
Dopo La storia infinita?
Calvino. Se una notte d’inverno un viaggiatore. E siete a posto. Ma se non vi basta (e non vi basta nemmeno la trilogia degli antenati) recuperate il ciclo di Lyonesse o i racconti di Cugel l’astuto, entrambi di Jack Vance. Secondo me c’è un nesso con Ende e Calvino, solo che non saprei spiegare perché…
Dopo William Gibson e il cyberpunk?
In maniera speculare a quel che ho detto prima, leggete Il gioco di Ender. E poi non può mancare alle vostre letture Cacciatore di androidi di P.K. Dick, che inventò il cyberpunk prima del cyberpunk.
E dopo Twilight?
Ovviamente dovete finire il ciclo: secondo me cala un po’ alla distanza, ma la cosa sarà compensata dal piacere di sapere come finisce la storia di Bella ed Edward. Per il resto mia nipote, che è un’esperta, trova molto buoni i romanzi di Cassandra Clare della serie Shadowhunters e io mi fido: ci sono i demoni al posto dei vampiri, per il resto triangoli amorosi, rapporti familiari contrastati e molte vicissitudini. A mia nipote piace molto anche Hunger games: il primo si può leggere, i seguiti si possono perdere.
E se mi sono piaciuti tutti?
Beh, complimenti. Ascoltatori come te danno un senso alla trasmissione e mi rendono felice.
Scherzi a parte, ai lettori che hanno deciso che il fantasy è il genere che fa per loro volevo consigliare in blocco alcuni autori fondamentali:
- Robin Hobb e il ciclo dell’Assassino (cupo e malinconico)
- La triade di autori su cui si è formata la mia generazione era composta da David Eddings, David Gemmell ed Harry Turtledove: i primi due li ho già citati (e per Eddings il ciclo dei Belgariad è considerato superiore a quello degli Elene che ho consigliato agli amanti di Conan), aggiungo anche Turtledove, maestro dell’ucronia, con la specificazione di evitare il ciclo Nell’oscurità, orrido.
- Il trio di autori attualmente sulla cresta dell’onda, Brandon Sanderson, Joe Abercrombie e Steven Erickson: appena li traducono in italiano – siamo agli inizi – leggeteli! E tenete d’occhio altri due meno affermati ma molto interessanti: Patrick Rothfuss e Brent Weeks.
Durante la puntata abbiamo mandato in onda La morte non esiste più dei Baustelle: