Un imprevisto romanzo d’avventura
Oggi dopo aver messo in linea l’ultima puntata del ciclo del fantasy ho caricato anche la prima della nuova serie, in cui ho parlato de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.
Lo so, lo so: ci sono molti appassionati di letteratura di genere che preferirebbero farsi tagliare le mani piuttosto che sfogliare I promessi sposi. Eppure Manzoni l’ha scritto per intrattenere, prima che per educare, ed è un romanzo dotato di tutte le giuste caratteristiche avventurose: sia dal punto di vista narrativo (viaggi, peripezie, ricongiungimenti, rapimenti, fughe, la peste…) sia per la galleria di personaggi che presenta, con i protagonisti fortemente caratterizzati e la cura appassionata verso tutti i comprimari.
Se avete sentito la puntata avrete notato che ho provato in vario modo a difendere questa mia idea, anche forse in maniera un po’ bolsa con il test iniziale, però spero di avervi almeno fatto venire il dubbio: è un peccato che la scuola abbia così paludato e ingessato quello che in realtà è uno scattante atleta costruito per l’arena editoriale.
Un po’ di altre note
Approfitto per correggere una cosa piccolina: ho trovato molto buffo, ascoltandomi, notare che dico che in questo romanzo c’è un “oscuro signore” che però non è… Saruman. Si vede che ero un po’ fuori misura (se si presta attenzione ci si accorge: come al solito il tempo scappava e io leggevo i miei appunti e tentavo di ricombinarli al volo!).
Sono invece orgoglioso di avere menzionato il romanzo picaresco, una delle mie passioni. Se avete ascoltato la puntata successiva (quella di ieri) avrete visto che piuttosto che fare una puntata finale di ulteriori suggerimenti proporrò ogni volta un libro principale e altri per ulteriori letture. Proprio pensando al romanzo picaresco suggerirei Till Ulenspiegel: sia il magnifico volume disegnato da Battaglia che il romanzo di Charles De Coster. E potreste dare un’occhiata a una serie di libri di cui parlerò anche nella puntata che dedicherò al cappa e spada: le storie del Capitano Alatriste di Arturo Pérez-Reverte. Sia le storie di Till che quelle di Alatriste hanno lo stesso sapore di molte pagine de I promessi sposi, ma non, naturalmente, il tono peculiare e l’interesse per l’animo dei personaggi di Manzoni: per quello il paragone migliore è forse il Tom Jones di Fielding o Le memorie di Barry Lindon di Thackeray (che non a caso sono anch’essi due romanzi picareschi).
Durante la trasmissione abbiamo trasmesso Il giocatore di biliardo di Branduardi.