A voce troppo alta
Sono sul P, verso il mare: autobus strapieno, ovviamente.
Il signore anziano dietro di me parla al telefono, a voce troppo alta, come se non fosse conscio che così tutti lo sentono.
«No, adesso sto attento».
«Evito le cose gommose, faccio attenzione mentre sto masticando… si, mastico dall’altra parte se non mi sento sicuro».
«Eh, appunto, deve essere successo così: un boccone di qualcosa di gommoso, di elastico e se n’è uscito».
«No, è una capsula… una coroncina… che sta sopra il dente. Ma io già lo sentivo che non era sicuro, che si muoveva».
«Eh, adesso il dentista mi ha detto di tenerlo provvisoriamente, poi mi farà un ponte, sì, una cosa che si appoggia ai denti vicini e che è più sicura».
«Si, intanto tengo questo, che tua nonna è stata brava e l’ha ritrovato».
«Oh, eh! Tre giorni ci ha messo, comunque, da una parte all’altra. Cioè da un punto all’altro, diciamo».
«Eh, sai: mi hanno detto che l’intestino è lungo undici metri, è lungo».