Città di ossa
Ho visto Città di ossa, trasposizione della prima puntata della serie Shadowhunters (e l’ho inflitto a Maria Bonaria, la quale avrebbe preferito tenersene alla larga), per due motivi: perché il libro da cui è tratto è uno dei maggiori successi del genere urban fantasy o paranormal romantic che dir si voglia, e quindi volevo dare un’annusatina al tipo di storie e di trasposizione, e poi perché è uno dei libri preferito di mia nipote Michela, a parte Harry Potter, e agli zii i libri del cuore delle nipoti suscitano sempre quel certo nonsoché.
Diciamo subito che il film è abbastanza mediocre, poteva essere scorciato di una buona ventina di minuti e la trama, che mi dice Michela non è nemmeno fedele al libro, poteva essere asciugata e semplificata senza danno.
La cosa interessante però, agli occhi di un vecchio giocatore di ruolo, riguarda l’ambientazione e il linguaggio, che si caratterizzano per una estrema, come dire?, ortodossia.
Non so se avete presenti quelle centinaia di libri fantasy degli anni ’80 e ’90 in cui gli elfi erano tutti altezzosi e bellissimi, i nani ubriaconi e irritabili, gli stregoni misteriosi e così via. Si diceva che lo si faceva per rimanere nella scia di Tolkien, ma in realtà non è proprio così: più o meno consapevolmente gli scrittori aderivano a una standardizzazione del genere che non era di Tolkien direttamente ma di alcuni compilatori successivi: Bene, fra questi gli autori di giochi di ruolo hanno fatto la parte del leone.
Nell’urban fantasy è impressionante come il genere si sia standardizzato anch’esso in pochi anni, senza nemmeno avere alla radice un colosso come Tolkien: di fatto tutti pescano dalla catalogazione fatta da Mark Rein-Hagen per il suo Mondo di tenebra, creato come ambientazione comune per una fortunata serie di giochi di ruolo. La base è sempre quella: vampiri, fantasmi, maghi e lupi mannari, caratterizzati e descritti come fatto originariamente da Rein-Hagen, tanto che mi chiedo come mai nessun produttore abbia pensato di pescare direttamente in quel materiale, piuttosto che pagare fior di diritti per i best seller derivativi della Meyer o, come in questo caso, della Cassandra Clare.
E quindi qui abbiamo l’usuale campionario di creature della notte, con l’aggiunta di demoni e cacciatori di demoni, tre oggetti magici a cui dare la caccia, stile Harry Potter, combinato con gli elementi da letteratura adolescenziale: un triangolo amoroso fra la protagonista e due pretendenti, l’amico fedele (come Jakob di Twilighht) e il tenebroso abitatore delle tenebre, che qui è un cacciatore di demoni e non un vampiro, e i rapporti conflittuali col padre e la madre. Non in sé un difetto: dalla combinazione del tema della quest e di quello del party si ottengono opere di diversissimo livello come Il signore degli anelli (ottimo), La spada di Shannara (pessimo) e il ciclo dei Belgariad (da qualche parte in mezzo) – o perfino cose che non sembrano fantasy come, poniamo, La compagnia dei Celestini. Qui il libro da cui è tratto il film mi pare di medio livello e la sua trasposizione su pellicola, come detto, mediocre.
Il cattivo livello del film dipende anche, in realtà, da una questione di linguaggio scenico e cinematografico: non c’è mai un guizzo. Tutto è già visto: non è solo che l’Accademia sembra Hogwarts, anche le scene d’azione o gli effetti speciali sono nient’altro che citazioni.
Il genere si presta, naturalmente, alle citazioni: quando in Highlander Sean Connery esibisce una katana si sta pagando omaggio alla nippofilia dilagante negli anni ’80 fra i nerd (e non solo). Ma qui che motivo ci sarà perché Lily Collins (bellissima, peraltro), quando passa da ragazza acqua e sapone a guerriera della notte, si debba vestire come la solita puttanella dark? Mai una volta che si osi, che si provi a tradurre visivamente in maniera innovativa una trama che già per conto suo è abbastanza scontata.
Peccato per tante cose…
peccato per la ragazza con i sopracciglioni che IO ODIO…una sorta di ken il guerriero femminile in salsa romantica…(bleurgh…)
peccato per i soliti stereotipi che però suppongo gli adolescenti non conoscano visto che sono cresciuti con i lupi mannari ed i vampiri di twilight…
peccato per l’ennesimo film fantasy che più che intrattenere si intrattiene ad attirare orde di fan dei libri…che puntualmente si inca**ano a morte per la pessima trasposizione…
Potrei perfino arrivare a dire che Buffy era un serial innovativo ghghgh…
Buffy era un serial innovativo