Cambio di impostazione all’Unione Sarda
Come molti sanno mi piace assai andare in giro in bicicletta. Per un periodo l’ho usata religiosamente per andare al lavoro e in altri periodi non doveva essere difficile vedermi sfrecciare elegantemente (per modo di dire, ovviamente) per la città.
È stato in quel periodo che mi hanno fotografato, una volta che piazza Repubblica era allagata per non so quale guasto alla rete idrica.
Così, anche quando ho smesso di andare spesso in bicicletta sono puntualmente ricomparso sull’Unione Sarda, ogni volta che c’era bisogno della foto d’archivio di un ciclista.
Anzi, per diversi anni non si poteva rompere un tubo dell’acqua in qualunque quartiere della città senza che la mia foto tornasse alla ribalta, suscitando ogni volta la sconfinata ammirazione delle nipoti, le divertite segnalazioni di mia madre e mio suocero e i bonari sfottò di amici e colleghi.
Sono lieto di segnalarvi che quei giorni sono finiti per sempre. Non so se sia per l’influsso di un nuovo giovane e aggressivo direttore o per qualche altro motivo, ma la linea editoriale del giornale nei confronti dei miei sforzi ciclistici è cambiata: domenica scorsa la mia immagine è passata dall’illustrare i disservizi idrici a abbellire (con una foto di tre anni fa) le più moderne ipotesi di mobilità sostenibile.
Però sono sempre io: pare che ogni volta che un fotografo dell’Unione Sarda va in giro a procurarsi una foto da mettere in archivio alla voce “ciclisti” io sono lì in mezzo ai piedi. Coincidenze? Smodata voglia di apparire da parte mia? Oppure, forse, all’unione Sarda non pososno fare a meno di me.