I nazisti dell’Illinois (o giù di lì), i Lakota e i gabinetti
Credo che tutti ricordiate la famosa scena dei Blues brothers
Ok, non è un’invenzione di Belushi. Esistono davvero. E la storia che sto per raccontarvi lo dimostra.
Siamo a Leith, North Dakota. Una città in cui ben il trenta per cento degli abitanti aderisce al partito nazista americano, l’American National Socialist Movement (sono indicate però presenze anche del sinistro WAR, cioè White Aryan Resistance).
Ma andiamo con ordine. Questa è il centro cittadino di Leith. Sorpresi? Eh si, perché Leith non è quel che si dice una metropoli. Sino a poco tempo fa aveva sedici abitanti. Sedici. Adesso è cresciuta parecchio: ventiquattro. Ed è considerata una frazioncina della città più vicina, Bismarck. Che è a sole settantasette miglia di distanza, cioè più o meno centoventi chilometri. C’è spazio per costruire, diciamo. Ho guardato sulle mappe del satellite, fa impressione: uno sputo di posto in mezzo al nulla.
Eppure il luogo di un esperimento sociale che potrebbe cambiare la storia americana.
Insomma.
Nel 2012 un suprematista bianco americano, un tale Craig Cobb, di ritorno dal Canada…
Canada?
Un attimo, lo so che sto allungando il brodo, ma la storia è complicata.
Dunque, nei primi anni di questo secolo Cobb è segnalato in Estonia dove fonda un sito di condivisione di video alternativo a YouTube, che lui chiama JewTube perché, ohibò, non ci si possono far girare video antisemiti. Chissà come mai, ma immagino che per Cobb e quelli come lui sia una limitazione piuttosto seccante. Non c’è niente da ridere: il suo circuito di condivisione video, podblanc, è veramente ributtante. Il video più famoso caricato, secondo Wikipedia, rappresenta un vero omicidio (in Russia, ad opera di naziskin locali).
Espulso dall’Estonia nonostante l’appoggio dei gruppi di skinhead locali Cobb ripara in Canada, dove viene però segnalato da attivisti antirazzisti e arrestato per incitamento all’odio. Rilasciato su cauzione, scompare. E lo ritroviamo a Leith. A comprare case. Compra una casa per sé e dodici lotti edificabili per gli amici: ne regala uno a un ex esponente del Ku Klux Klan e fondatore di WAR, uno è per il comandante del NSM, e un altro paio per altri simili soggetti (è invitato a stabilirsi a Leith anche il leader di Alba dorata). L’idea è questa: diventiamo maggioranza, su ventiquattro cittadini non sarà difficile. Prendiamo legalmente il controllo della città e ne facciamo il primo nucleo di una nuova America interamente bianca. Grazie al controllo degli organismi cittadini emettiamo ordinanze che impediscano alle minoranze di insediarsi, o che ci consentano di superare le norme contro l’incitamento all’odio, e così via.
Che così, diciamolo, si dimostra che Doddore Meloni ha sbagliato tutto: non doveva fare il Robinson a Maluentu. Doveva prendere la residenza a Baradili o a Monteleone Rocca Doria e da lì proclamare la Repubblica. Ce li avrà Doddore un paio di centinaia di militanti disposti a trasferirsi. Ah, no?
Ma divago.
È evidente che la comunità nera di Leith si sente minacciata. Cioè: comunità nera. Uno.
L’unico abitante di colore di Leith è il signor Bobby Harper, e certo gli cominciano a fischiare le orecchie. Le sue dichiarazioni però, più che battagliere sono dubitative:
They gotta do something very, very drastic to me to make it unsafe and uncomfortable for me
«Dovrebbero fare qualcosa di veramente drastico perché io mi senta insicuro e a disagio». Beh, ma probabilmente è quello che vogliono fare, Bobby. Per fortuna del signor Harper gli altri cittadini di Leith non sono d’accordo. Hanno ragione: tu vivi in questo posto dimenticato da Dio di cui forse un americano su un milione ha sentito parlare e improvvisamente sei su tutti i telegiornali nazionali perché un tizio poco raccomandabile progetta di prendere in mano il tuo paesino, intitolare le strade ai peggiori razzisti del mondo, proclamare Leith zona liberata dalle minoranze e appendere ovunque la bandiera del NSM («Una cosa molto discreta: una bandiera contornata di corna di cervo e con una svastica al centro, ma piccola, però»). Un incubo. Meglio il paese dimenticato da Dio e dagli uomini. Questa è la famosa maledizione cinese: Ti auguro di vivere in tempi interessanti.
Così gli abitanti di Leith reagiscono.
Dopotutto hanno un’arma segreta.
In casa di Cobb non c’è l’acqua corrente e manca il collegamento alla fognatura. E per fare i bisogni ha costruito un gabinetto in giardino. E loro lo citano per tre diverse violazioni sanitarie. Non ha nemmeno falciato l’erba, figuriamoci. E quando un paio di altri naziskin si trasferiscono a vivere da Cobb in una tenda in giardino, li multano per campeggio abusivo: sono dei duri, gli abitanti di Leith. Il che provoca la reazione del partito nazista. C’è una minoranza bianca da difendere, oppressa dalla solita burocrazia statalista. Tutti a Leith, a difendere Craig Cobb.
Il giorno del raduno nazista, ad ascoltare Jeff Schoep, comandante del NSM, c’erano forse una trentina di sostenitori. E cento manifestanti fuori, provenienti da tutto il Dakota per protestare contro il raduno nazista. E poliziotti di tre contee, nonché un reparto antisommossa della polizia stradale del Dakota.
Jake “Joliet” Blues purtroppo non si è presentato.
In compenso sono arrivati gli indiani.
Già, perché Leith è relativamente vicina alla riserva indiana di Standing Rock. Quella dov’è sepolto Toro Seduto, mica una qualunque. E ai Sioux della riserva (per la precisione: Dakota, Lakota e Yanktonai) l’idea di avere una enclave di nazisti come vicini di casa evidentemente non deve piacere. Quindi un paio di centinaia di loro sono arrivati a dare man forte ai manifestanti.
Schoep e gli altri sono stati ricacciati via. Cobb è rimasto solo con un altro nazista, Kynan Dutton, la moglie di questi e i cinque figli, e uno o due altri visitatori semipermanenti. Il che fa pur sempre il trenta per cento di abitanti del paese. O meglio: faceva. Perché il buon Kynan ha avuto la brillante idea di presentarsi al consiglio comunale di Leith completamente ubriaco. Ha dato spettacolo, ha gridato Sieg Heil e insulti razzisti vari, e si è beccato una denuncia. La moglie l’ha lasciato. Se n’è andata coi figli più piccoli. Gli abitanti di Leith hanno fatto una colletta per comprargli il biglietto dell’autobus, perché lei non aveva soldi.
Nella stessa riunione del consiglio comunale è stato stabilito che, finché non sarà approvato un piano regolatore per far fronte all’improvviso e inaspettato incremento demografico della cittadina, è vietata ogni nuova costruzione. Ho come l’impressione che per avere il nuovo piano regolatore forse si dovrà aspettare un po’. Tipo qualche anno. E in ogni caso è stato stabilito che le case devono avere tutte collegamento alla fogna e acqua corrente. Ed è vietato il campeggio e la sosta di case mobili. Forse dopotutto gli abitanti di Leith sono davvero dei duri. Anche perché dopo la gloriosa giornata in cui gli indiani hanno salvato la cavalleria la questione è diventata una guerra d’attrito. Ordinanze accuratamente calibrate in consiglio comunale. Controcitazioni legali da parte di Cobb, il quale adesso ha ceduto tutte le proprietà, a quanto pare, alla Chiesa della Creatività, da lui controllata.
La Chiesa della Creatività ha un curioso schema religioso, per il quale ciò che è buono per la razza bianca è virtuoso e ciò che è male per la razza bianca è il peccato definitivo, ma evidentemente Cobb spera di complicare la questione giuridica rifugiandosi dietro la libertà di culto.
Soprattutto, ci sono provocazioni continue. Quello di Kynan Dutton non è stato un caso isolato. Ad ogni riunione del consiglio comunale c’è uno dei neonazisti che va là a piantare grane. Di solito gli va male, come quando Cobb si è appellato ai trattati indiani per far espellere dall’aula alcuni nativi americani che erano lì di presidio: secondo lui non hanno il diritto di lasciare la riserva. È stato allontanato lui dallo sceriffo. Ma la volta dopo ha scoperto che a uno degli abitanti di Leith è stata in passato assassinata la figlia e l’ha pubblicamente accusato di avere qualcosa a che fare con l’omicida. È stato lì a tormentare il pover’uomo, sperando evidentemente che quello gli spaccasse la faccia in modo da poterlo poi denunciare.
Non c’è niente da ridere: a me esaspera il karaoke sotto casa, mi immagino come mi sentirei se i naziskin colonizzassero il mio quartiere. Si annunciano tempi grami per gli abitanti di Leith. Si sono trincerati e aspettano. Hanno anche aperto una raccolta di fondi sul web per costituire una riserva per le spese legali che, ne sono certi, arriveranno. Chissà se a Leith hanno mai sentito parlare di Stalingrado e della Grande Guerra Patriottica contro il nazismo.
ma dove scovi queste perle? Dal particolare all’universale 🙂
A quanto riporta Il Fatto Quotidiano la storia ha avuto un’ulteriore curiosa evoluzione 😉
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/12/usa-tenta-di-creare-enclave-di-puri-ariani-ma-suprematista-ha-sangue-nero/775312/
Aggiungo anche, che mi ero sempre dimenticato di dirlo, che dopo il mio articolo ho scoperto di essere stato preceduto da un ottimo riassunto della questione fatto da Rivista Studio (forse entrambi seguiamo Gianfranco Manfredi, che aveva segnalato su Facebook la fantastica foto delle signore Sioux con la bandiera preda di guerra.