Le poesie del giovane Rufus
Tranquilli, non sono mie. È solo che oggi mi è venuta voglia di riprendere in mano una busta, che tengo chiusa in mezzo ai libri sullo scaffale. Dentro ci sono tre quaderni di scuola, piuttosto fini perché strappavo i fogli per farci i disegnini.
Sono intitolati Lo que mas quiero, “ciò che amo di più” e già il riferimento è a Violeta Parra e gli Inti Illimani.
Nei tre quaderni a quindici-sedici anni raccoglievo i testi di canzoni, poesie e altre citazioni che mi piacevano. Quando ho voglia di coccolarmi un po’ li risfoglio, per pensare, come direbbe Guccini, a quel che ero e farmi un po’ di compassione.
Risfogliando il primo quaderno, per esempio, scopro che la collezioni dei miei “imperdibili”, nell’ordine in cui li ho scritti, comprendeva:
- El aparecido di Victor Jara
- Una citazione di Violeta Parra: Io non prendo la chitarra per ottenere un applauso; io canto della differenza fra il certo e il falso, altrimenti, non canto
- Una poesia di Rafael Alberti dedicata a Salvador Allende
- El pueblo unido di Sergio Ortega e i Quilapayun
- A coloro che verranno di Brecht
- Plegaria a un labrador di Victor Jara
- Un’altra citazione di Victor Jara: L’artista è un autentico creatore, e pertanto, per sua essenza, un rivoluzionario. Un artista, se è creatore autentico, è tanto pericoloso quanto un guerrigliero.
E qui, lo confesso, ho un certo mancamento.
- Sei brevi citazioni da Antiche come le montagne di Gandhi (l’ultima: Non conosco peccato più grande di quello di opprimere gli innocenti in nome di Dio)
- Una frase di Einstein: Che un uomo trovi piacere nel marciare per quattro al suono di una banda, è quanto basta per meritargli il mio disprezzo
- Una serie di frasi di Bertrand Russell (l’ultima: I moralisti più accesi hanno l’abitudine di credere che il piacere si limiti al campo dei sensi. Quando condannano il piacere dei sensi non si rendono conto che i piaceri del potere non cadono sotto il bando del loro spirito di mortificazione)
- Un brano di autore ignoto in qualche libro edificante di scuola: Ma la storia parlerà. Griderà a gran voce chi furono i colpevoli e chi furono gli innocenti. Griderà i perenni diritti dell’uomo contro la perenne violenza dei mostri
Dice proprio così: “dei mostri”. Come se fosse un brano fantasy. Gli orchetti violenti. Non uomini come gli altri. All’epoca deve essermi piaciuto il tono profetico, e non notavo queste sottigliezze.
- Un brano dal giornale Il conciliatore sulla “utilità generale”: L’utilità generale dev’essere il primo scopo di chiunque vuole dedicare i suoi pensieri al servizio del Pubblico; perciò i libri e gli scritti di ogni sorta se dalla utilità vadano scompagnati, possono meritatamente assomigliarsi a belle e frondose piante che non portano frutto, e che il buon padre di famiglia esclude dal suo campo
- La poesia La fame di Michel Quoist
- Un breve brano intitolato Noi vogliamo vivere di una deportata a Terezin e Auschwitz
- Un brano di Ernst Wiechert, chiunque esso sia: Non vi è civiltà che si possa costruire sul sangue umano. Si possono erigere sul sangue o sulla violenza degli stati, ma gli stati furon sempre castelli di carte per il vento dell’eternità. Ciò che sopravvisse fu fondato dagli altri, non dai carnefici o dagli assassini. E neppure dai generali. E quegli altri non versarono sangue o soltanto trasfusero nell’opera imperitura il sangue proprio
- Epitaffio per un contadino spagnolo di Attila Jozsef
- Trasformare il mondo e Lode della dialettica (con il verso magnifico: quando chi comanda avrà parlato, parleranno i comandati) di Brecht
- Se questo è un uomo di Primo Levi
- Le tre classiche epigrafi sulla Resistenza di Piero Calamandrei
- Domande di un lettore operaio di Brecht
- Dotti, medici e sapienti e Quante brave persone di Edoardo Bennato
- Una lunga sezione del Breviario tedesco di Brecht
- Un’idea, un concetto, un’idea di Gaber
E questo è solo il primo quaderno. Ma tutto sommato, diciamolo, non sono uscito poi così male!
Mi piace la citazione di Russell.
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