Una domenica sera ad ammirare artisti
Ho passato il pomeriggio a mettere in ordine Pulse, il programma che uso come aggregatore di notizie per il palmare.
Frugando e riordinando ho finito per dedicarmi soprattutto ai flussi di informazioni che riguardano arte, design e fotografia: in realtà alla fine non ho riordinato un bel niente ma sono passato di articolo in articolo e di belle cose in belle cose – alcune tra l’altro ho avuto l’impressione di averle ignorate su Facebook ni giorni scorsi – e quelle che mi sono piaciute di più mi sembra bello condividerle con voi.
Magia dai libri: Yusuke Oono e Jodi Harvey-Brown
Guardate qui sotto e vedete un po’ se capite che tecnica ha usato l’artista:
È un libro. Un libro di quaranta pagine in cui ogni pagina è un cartoncino tagliato col laser che riporta una scena diversa. Il libro è fatto per essere aperto a 360° (infatti è questo il nome della collana) offrendo una visione meravigliosamente sfaccettata e ricca di particolari diversi a seconda di come si guardi.
Consiglio di visitare il sito del creatore, Yusuke Oono; la storia è stata raccontata da diversi siti fra i quali il primo, credo, è stato Colossal.
Avevo appena chiuso la pagina che ho trovato un altro artista che crea cose inaspettate coi libri, Jodi Harvey-Brown. Anche queste le trovo davvero belle.
In questo caso la segnalazione era di Bored Panda ma suggerisco di visitare il sito personale dell’artista, in cui si trova una collezione quasi inesauribile di creazioni diverse.
Giochi e spaesamenti con le foto: Christine McConnell, Chino Otsuka, Flora Borsi, Bill Gakes
Su My Modern Met ho trovato questa foto di Christine McConnell, artista e fotografa di Los Angeles.
Dapprima mi era sembrato che la scena fosse quella della ragazza si prepara per il ballo mentre e amiche si affaccendano su di lei per prepararla: poi ho capito che in realtà era una sorta di riflessione sul lavoro su un set fotografico, con l’artista che interpreta tutti i ruoli: costumista, decoratrice, tecnico di scena, truccatrice e modella.
Un po’ mi chiedo se la foto, che è un lavoro molto interessante, funzionerebbe allo stesso modo se la McConnell non fosse obiettivamente una gran bella ragazza, o meglio se questo tipo di lavori in cui l’artista si mette in scena direttamente non operi una selezione “estetica” per cui solo certi possono permettersi di lavorare in questo modo, come è capitato già nel mondo dell’informazione televisiva, in cui una può essere colta e parlare quattro lingue ma se non ha un bel viso non può condurre il TG – non avevo mai ragionato sul fatto che potesse essere necessario avere gambe chilometriche per fare la fotografa e l’artista (che comunque è brava: visitate il suo sito per altri lavori).
A parte questo l’effetto di spaesamento è notevole e molto più lo è l’aspetto grafico. Vedere questa foto mi ha fatto ricordare una cosa che girava su Facebook e che mi sono andato a ricercare: la fotografa Chino Otsuka ha recuperato una serie di foto della sua infanzia e adolescenza e ci ha inserito se stessa da adulta (lo racconta Flavorwire). È un gioco che come quello della McConnell lascia a bocca aperta i profani di Photoshop come me, che si chiedono come accidenti avrà fatto, ma soprattutto è un lavoro interessante sulla memoria (un’occhiata al sito della Otsuka mi fa pensare che sia un tema ricorrente del suo lavoro) e ancora una volta un meccanismo di spaesamento che raggiunge effetti poetici notevoli. La serie comprende dodici foto, quella che mi piace di più è questa:
Ho scoperto comunque che il gioco non è nuovo e anzi è ricorrente negli ultimi anni: per esempio Flora Borsi ha posto se stessa in alcune fotografie storiche,
o come Bill Gekas che ha ricreato una serie di famosissimi quadri inserendovi però la figlia (devo dire che la mia amica Laura Todde questo me l‘aveva già segnalato in italiano ma mi era sfuggito):
a riprova che in questi giochi fotografici la combinazione fra viaggio nel tempo e spaesamento funziona sempre benissimo.
Lo spaesamento è in effetti il motore di grandi emozioni. Trovo anch’io bellissimo il lavoro di Bill Gekas, così straordinario negli effetti di luce e morbidezza. Raffinatezze fiamminghe… Sui libri, invece, quest’anno in Biennale c’erano davvero opere straordinarie. Ti segnalo le sculture di libri di Wim Botha, http://collabcubed.files.wordpress.com/2012/01/wim_botha_carved_bibles_collabcubed.jpg, per cominciare. Grazie per la segnalazione 🙂
Aggiungo qui anche l’altro collegamento che mi ha segnalato a a parte, quello di Caterina Crepax http://www.caterinacrepax.com/
Botha è veramente bellissimo.