Frankie Machine alla radio
Di Frankie Machine ho già parlato qui sul blog, quindi non mi pare il caso di presentare nuovamente il libro. Nella preparazione della puntata in realtà avevo deciso di dilungarmi un po’, oltre che sul romanzo, su quel sottogenere del noir americano dedicato all’intreccio fra poteri dello Stato, poteri forti in generale e criminalità organizzata, sottogenere che ha esponenti illustri come Ellroy (del quale peraltro non parlerò in questo ciclo di trasmissioni) e di cui Winslow è certamente uno dei migliori esponenti attuali.
Mi sembrava interessante ricordare agli ascoltatori che questo tipo di intrecci perversi, che noi riteniamo una caratteristica delle nostre autonarrazioni sull’Italia, da Il giorno della civetta a Romanzo criminale, non sono per niente una nostra caratteristica nazionale ma sono presenti in altre letterature a sfondo criminale, prima fra tutti quella americana. Mi sarebbe piaciuto anche segnare la differenza fra le ambientazioni di Ellroy e Winslow, da una parte, così insistentemente californiane, e Mario Puzo e altri dall’altra, legati alla costa Est. Sarebbe stata l’occasione per riprendere il discorso sulla faccia oscura della California come mito americano, iniziato con la puntata su Chandler e ancora prima con quella su Jack London (a cui vi rimando per alcuni suggerimenti di lettura ulteriori sul tema). In fondo è proprio il collegamento diretto con le ambientazioni californiane che rende l’uso ricorrente da parte di Winslow di stilemi e modi di raccontare tipicamente hard boiled, oppure già visti in Ellroy, non pretestuosi – come potrebbero sembrare – ma la prosecuzione consapevole di un ragionamento.
Come avrete sentito, invece, la solita tirannia del tempo mi ha impedito di fare tutti questi bei discorsi, che avrebbero reso la puntata molto più “rotonda” e ben articolata. Purtroppo mi sono un po’ perso nella descrizione della giornata iniziale di Frankie, che doveva essere una pura introduzione rispetto al racconto dell’intreccio vero e proprio e rispetto a tutti i possibili approfondimenti, senza mai riuscire a recuperare. Un peccato, che mi ha impedito anche di ragionare su alcuni spunti storici interessanti tipici del romanzo, come il ruolo degli immigrati italiani sulle barche da pesca di San Diego e nell’industria del tonno, una dimensione credo poco nota che avrebbe meritato almeno una segnalazione.
Winslow (ed Ellroy) sono comunque autori che meritano di essere inclusi nelle proprie letture, e ho incluso i miei consigli sotto forma di immagini a corredo di questo articolo.
Un piccolo sguardo al futuro
Con questa puntata, infatti, abbandono quasi sicuramente l’hard boiled e anche i gialli di ambientazione americana, quindi devo giiocarmi qui tutti i miei consigli dato che non credo che avrò modo, nei prossimi mesi, di riprendere il discorso su questo che, peraltro, è sicuramente il sottogenere di letteratura gialla che trovo più confacente ai miei gusti e che perciò non posso che sponsorizzare di cuore. Tornerò sicuramente in America, in una delle prossime puntate, per parlare di un trio di investigatrici, Carlotta Carlyle, V.I. Warshawki e Kinsey Millhone, ma credo che sarà una puntata in cui mi concentrerò su altre cose, diciamo lo scrivere gialli al femminile, sia nel senso di essere autrici che usare come protagoniste delle donne che, infine, scrivere per un pubblico prevalentemente femminile.
Come brano musicale ero alla ricerca di una versione pop di un brano di musica classica, un genere adatto al gusto di Frankie Machianno ma anche utilizzabile senza troppi problemi su una radio privata all’ora di punta. Scartato Nessun dorma dei Manowar (anche per evitare la ripetizione di disgrazie già raccontate in altri momenti) avevo il vago ricordo di un brano di Puccini cantato da Dalla, che non sono riuscito assolutamente a ricordare. Alla fine sono arrivato a Caruso, che mi sembra comunque molto adatto (e che credo che Frankie avrebbe potuto ascoltare senza sentire il bisogno di mettere mano alla pistola).