Un piccolo gioco sulla finanza etica
Ieri, alla festa per i quindici anni di Banca Etica a Cagliari, abbiamo giocato.
Inizialmente avevamo pensato solo di giocare (da qui il titolo, La finanza non è un gioco), poi gradualmente abbiamo cambiato idea e organizzato cose diverse.
A proposito: è andata benissimo, anche se si è grattata appena la superficie di quel di cui mi sarebbe piaciuto parlare. La sintesi più bella la rubo a mia cugina Cristiana, che ha scritto su Facebook
Serata che più interessante e appagante non si può: nella bella cornice del Search di Cagliari che ospita una nostalgica mostra sul commercio del passato, col corollario di botteghe e negozi storici alcuni dei quali, ahimè, non esistono più, si festeggiano i 15 anni di Banca Etica, realtà e certezza di un modo pulito di fare finanza, laddove la banca diventa partner solidale dei suoi clienti, che speriamo diventino sempre di più.
Ma divago. Dicevo: avevamo pensato di giocare. Alla fine è rimasto uno spazio di gioco iniziale, con cui scaldare il pubblico, aiutare a passare il tempo man mano che arrivavano gli ultimi ritardatari e, zitti zitti, cominciare a introdurre il tema.
Il mio gioco preferito è stato quello delle tre palle, ideato da Viviana Macis e realizzato con grande fantasia da Elena Piseddu e Maria Bonaria. Esattamente il buon vecchio gioco di buttare giù i barattoli, solo che questa volta su ciascuno c’era un’etichetta con scritto energia nucleare, speculazione finanziaria, delocalizzazioni e così via. E le palline da tirare erano rivestite con una vecchia bandiera di Banca Etica.
Piuttosto esplicito, per niente raffinato, perfino arrogante.
E tremendamente soddisfacente da usare. Prendi questo, speculazione finanziaria!
Ma divago. Un altro gioco che abbiamo preparato (io e Viviana, da una sua idea su cui non ho alcun merito) è stato quello di una specie di Trivial – diciamo: un gioco a quiz – sulla finanza etica. Qui a fianco mi vedete fare l’imbonitore per cercare giocatori.
Alla fine è venuto fuori un gioco semplicissimo. Tre gruppi di domande: rosse sulla cattiva economia, gialle sulla storia di Banca Etica e verdi sulla buona economia. Ogni visitatore aveva il diritto a mettersi alla prova al tavolo. Poteva decidere liberamente da quale categoria iniziare e come proseguire. Indovinare una domanda di ciascuna categoria dà diritto ad accedere al domandone finale, sui numeri di Banca Etica (queste sono domande veramente difficili). Se sbagliava doveva cedere il posto a un altro, e successivamente ricominciare da capo.
Per quanto semplice penso che sia un gioco non solo abbastanza divertente ma anche utile, come è capitato ieri, per entrare in argomento e raccontare qualcosa sulla finanza etica. Un modo come un altro per intrattenere i visitatori ai classici banchetti promozionale che i soci della Banca organizzano dappertutto.
È ancora in versione beta, ma ho pensato di metterlo a disposizione qui sul blog in modo che possa essere scaricato e utilizzato. Il file .pdf è diviso in due parti: le prime dieci pagine vanno stampate su cartoncino e ritagliate per farvi il vostro mazzo di carte, le seconde invece servono all’arbitro: ci sono le risposte giuste evidenziate in rosso. Se qualcuno volesse i file originali per modificarli e aggiungere le proprie domande basta che mi contatti.
Naturalmente, come tutti i giochi, ammette delle varianti. Per esempio:
- uno contro uno: si danno dieci carte a caso a testa. Vince chi indovina più risposte.
- per più giocatori: si gira una carta a turno. Il primo che sbaglia una risposta è eliminato, finché non ne rimane solo uno.