L’economista mascherato
Sto leggendo questo divertente testo divulgativo di economia (l’Economista Mascherato, appunto) di Tim Harford, editorialista del Financial Times.
È un libro che spiega in termini economici le cose banali della nostra vita quotidiana, tipo perché il caffé negli aereoporti è uniformemente cattivo ma costa il doppio del bar sotto casa, perché c’è sempre un ingorgo in centro a mezzogiorno, perché le sedi delle banche hanno portoni di bronzo, perché la CocaCola spende milioni di dollari in pubblicità insignificante e perché non esiste un oggetto come una buona macchina usata.
Non solo si legge con molta facilità ma pian piano si scopre che va a toccare (a parte il prezzo del caffé…) questioni di grande rilevanza, come l’ambiente, la salute pubblica, la povertà del sud del mondo e così via.
È fortemente consigliato per confrontarsi almeno una volta nella vita con l’eleganza, il rigore e, lasciatemelo dire, la bellezza del ragionamento economico classico. Si tratta di un regalo intellettuale che tutti prima o poi dovrebbero farsi.
Naturalmente… sono tutte cavolate; nel senso che uno che ha studiato economia a fondo saprà che ci sono mille modelli che spiegano gli stessi fenomeni in maniera radicalmente diversa (e molto meno amichevole nei confronti del mercato e del capitale); tuttavia se si vuole arrivare a quel passo bisogna pur sempre passare per il pensiero economico ortodosso (e non schivarlo come certi teorici dell’economia alternativa dei miei stivali) e l’introduzione ininterrottamente spiritosa, provocante e… amichevole e gentile di Harford è quanto di meglio io conosca.
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