Lineamenti di pedagogia sulla linea 1
Stamattina ho preso l’1 per andare a risolvere questioni di CID (ouch). Al ritorno sale un gruppo di ragazzine che si siede a fianco a me.
Appena sistemate estraggono cellulari e lettori e si apprestano ad ascoltare musica.
Tranne una, che è priva di cuffiette.
«Me le hanno sequestrate i miei genitori», spiega.
«Mi sequestrano sempre le cuffiette per farmi ubbidire. Cioè, boh, pensano che siccome mi tolgono le cose che mi piacciono allora gli ubbidisco. Casomai gli ubbidisco di meno, cioè».
Le amiche scuotono il capo di fronte alle bizzarrie degli adulti.
La prima prosegue, spiega che le piace ascoltare la musica a volume alto. Anche le altre sono d’accordo: il volume delle cuffiette va tenuto a 20, minimo.
Anche lo stereo di casa, aggiunge la prima. «Pensate che certe volte quando ascolto musica a casa viene mia madre e mi dice di abbassare la musica che lei non può ascoltare la televisione«.
Nel frattempo dietro di me si è sistemato un altro gruppetto. Discutono di ragazzi e di maturità. E di adulti e di maturità.
«Che poi», dice una, saggiamente, «si può essere vecchi a quarantadue anni e giovani a quarantatre. L’età è una cosa relativa».
«Ehia», fa l’amica. «Mia madre quando si mette le creme viene sempre da me a chiedere se si vedono le rughe e se sembra giovane. E io le dico: non sei male, va bene la pelle… per essere una cinquantenne, e lei si arrabbia».