Il banchiere dei poveri a “Oggi parliamo di libri”
Il 13 marzo, in piena festa della finanza etica sono andato in onda su Oggi parliamo di libri e ho aggiunto il mio piccolo contributo ai festeggiamenti presentando Il banchiere dei poveri di Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank del Bangladesh, considerato l’inventore del moderno microcredito.
La puntata è molto soft e scansa accuratamente, direi, quasi tutti i possibili elementi di controversia: si può infatti discutere se sia appropriato presentare la finanza etica – soprattutto in un’ottica legata ai nostri paesi industrializzati – attraverso il microcredito; se sia corretto continuare a dare così tanto credito alla figura di Yunus, che negli anni, anche all’interno del movimento mondiale della finanza etica, è stato talvolta discusso e criticato; se oggi, dopo la crisi, la prospettiva presentata da I banchiere dei poveri sia ancora la migliore per discutere di finanza, speculazione e finanza etica.
Erano tutti motivi che potevano indurre a scegliere un altro libro e di cui nella puntata rimane una piccola eco sia quando invito a non leggere I banchiere dei poveri come una sorta di agiografia sia quando ho consigliato due letture alternative. Sull’altro piatto della bilancia c’è il fatto che Il banchiere dei poveri è un libro davvero interessante, molto accattivante e che si legge con grande facilità e il fatto che la biografia e l’autobiografia sono, come ho raccontato in trasmissione, pienamente parte della letteratura di genere – un discorso che ho poi ripreso ad aprile quando ho presentato Open di Andre Agassi – e quindi si poteva rimanere nella “linea editoriale” abituale di Oggi parliamo di libri; del resto il libro mi pareva anche complessivamente adatto a quella che immagino sia la platea di ascoltatori di Radio Kalaritana.
Fatte queste precisazioni non ho grandi osservazioni sulla puntata in sé, una delle poche in cui non sono andato eccessivamente in debito di tempo e nella quale ho potuto dire quasi tutto quello che volevo, compreso il consigliare come lettura più attuale Finanza per indignati (Ponte alle grazie, 2014) di Andrea Baranes (ma Andrea sulla crisi ha scritto anche diverse altre cose) e Soldi rubati Ponte alle grazie, 2011) di Nunzia Penelope (anche lei autrice da tenere d’occhio in generale): qui mi sono dovuto limitare per il tempo perché ci sono una serie di altri libri che si potevano consigliare, tanto più pensando che si festeggiava il quindicesimo anniversario della fondazione di Banca Etica: sarebbe stato ovvio, per esempio, segnalare almeno Ho sognato una banca (Feltrinelli, 2010) di Fabio Salviato, primo presidente della Banca, un libro intenzionalmente speculare a quello di Yunus. Per fortuna qui sul blog posso citarlo e menzionare anche altri libri, e perciò segnalerò pure il Manuale di finanza popolare (EIF e.Book, 2012) a cura di Ugo Biggeri e Giulio Tagliavini. Ma il libro che amo di più e che consiglio sempre è un testo vecchiotto ma affascinante, Finanza barbara di Gregory J. Millman (Garzanti, 1996), che racconta l’irrompere e l’affermarsi sui mercati borsistici dei prodotti finanziari derivati e il salto di qualità, a partire da quel momento, della finanza speculativa.
Durante la puntata, appropriatamente, abbiamo usato come pausa musicale Monetine di Daniele Silvestri.
Pingback: Quel che ho raccontato sulla finanza etica – La casa di Roberto