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Due parole sulle elezioni europee

stay-angry-don-t-let-the-bastards-grind-you-downSono abbastanza disturbato dal modo con il quale il dibattito elettorale in vista delle prossime europee si sta focalizzando esclusivamente su tematiche politiche nazionali.

La causa è, ovviamente, nella polarizzazione della polemica fra le posizioni di PD e M5S, che competono per il primato in una logica tutta interna che sposta l’attenzione, sostanzialmente, sui destini del Governo e sulla possibilità o meno di uno scioglimento del Parlamento e di nuove elezioni.

È una competizione politica che trovo di scarsissimo interesse. Prima di tutto perché, fra ladroni e nazisti, si mette in scena un teatrino che spesso si è visto negli ultimi vent’anni, solo con Berlusconi al posto di Grillo. Diciamolo chiaramente: l’alzare il rumore nella campagna elettorale, l’inseguire ossessivamente le battute e le gaffe dell’avversario, o il mettere in piazza scandali e scandaletti, non è polemica politica: è collaborazione. Feudalesimo e libertà 2Serve a polarizzare il proprio elettorato e contemporaneamente legittima l’avversario, nella misura in cui presenta il gioco politico come alternativa secca: o me o lui. D’Alema e il peggio del Partito Democratico – ma anche tanti altri – sono sopravvissuti per anni perché dall’altra parte c’era Berlusconi. Renzi agita adesso lo spauracchio del Grillo nazista in maniera assolutamente identica. Sono armi di distrazione di massa. Grillo sa benissimo che la tattica del muro contro muro a oltranza non indebolisce il sistema dei partiti: casomai lo coagula. Non gli importa nella misura in cui gli permette di rafforzare anche la sua base elettorale e dissimulare le sue debolezze interne. Non è diverso da quando Berlusconi gridava: «Comunisti!!». Sono-armi-di-distrazione-di-massa.

È uno spettacolo tante volte messo in scena in Italia, e con esiti così disastrosi, che desta sconcerto come persone avvertite e intelligenti, che magari fino a una settimana fa non intendevano votare, sentano adesso il bisogno di recarsi in maniera impellente al seggio, perché c’è un’emergenza democratica e occorre fare argine ai fascisti, o perché la cupola dell’Expo una buona volta va messa in galera e gettata la chiave.

Feudalesimo e libertà 3Francamente a me di entrare nel gregge, da una parte o dall’altra, non interessa. Viene in mente Brecht:

Al momento di marciare
molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.

La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.

E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.

Ma soprattutto trovo la strumentalizzazione del dibattito elettorale in chiave nazionale davvero disturbante perché queste elezioni europee sono importanti. Per l’Europa, non per l’Italia. Sono elezioni in cui, in parte, si arriva con nuove regole e in cui è prevista l’elezione diretta del Presidente della Commissione Europea, il che non è proprio poco. Ma soprattutto sono le prime elezioni dopo la crisi. Dopo che sono state implementate politiche econoFeudalesimo e libertà 1miche e sociali che l’Europa
non aveva mai visto e che sono il contrario di ciò che sempre si era pensato che l’Europa rappresentasse: buon governo, sicurezza sociale, rispetto dei diritti, coesione interna.

Sono elezioni che si collocano dentro una lotta epocale – non c’è altra parola – sul destino dell’Europa. Sono elezioni in cui il nemico, per usare l’espressione del vecchio Brecht, è molto chiaro: sono le vecchie aristocrazie del capitale e le nuove aristocrazie della finanza. Le logiche di asservimento globali e le tecnocrazie che le rappresentano.

Al loro confronto il comico genovese e il piacione fiorentino, lo ammetterete, non meritano tanta attenzione.

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