Quegli stalker sul mio sito
Ho iniziato a pubblicare articoli sul blog a settembre 2012, quindi ogni anno quando arriva agosto mi guardo un po’ le statistiche che Google e WordPress mi mettono a disposizione.
Ovviamente non è che tenga il blog per raggiungere la notorietà mondiale, vendere pubblicità e diventare ricco sfondato, quindi l’attenzione al numero dei visitatori ha un valore soprattutto poetico; lo stesso vale anche per gli elenchi delle parole chiave inserite nei motori di ricerca che alla fine hanno condotto alle pagine del blog: queste però sono una fonte di sorpresa continua.
Certe sono ovvie e spiegabilissime: cose da fare a Cagliari (con le sue varianti: cosa fare oggi a Cagliari, cosa vedere e così via) corrisponde direttamente al titolo di un articolo, effettivamente molto visitato, e quindi direi che ci siamo. Lo stesso vale per quelle forme in cui qualcuno ha digitato il titolo di un libro o di un film di cui ho parlato aggiungendo “recensione”, oppure per altre chiavi che corrispondono direttamente ad articoli che effettivamente trattavano quell’argomento: chiavi di ricerca tipo Andre Kohn, canzoni su Gesù, l’animazione, vivere in Arabia Saudita, Katniss e Peeta, come iniziare una campagna di giochi di ruolo. In tutti questi casi è possibile che il visitatore si sia stupito di trovare l’informazione cercata su questo blog, nel senso che magari si aspettava di ammarare da qualche altra parte, però direi che c’è una corrispondenza piuttosto precisa fra informazione cercata e trovata.
Questo, suppongo, anche nel caso di ricerche magari, diciamo così, un po’ pignole: cattolic trama or recensione or recensioni or storia or sinossi or opinione or opinioni “hunger games” è una chiave fin troppo dettagliata che è stata veramente usata.
Altre volte le cose devono essere risultate molto più deludenti: ho tutto un ventaglio di visitatori che mi viene a trovare dopo aver digitato Denise Milani, Denise (questi devono essere i suoi compagni di scuola, che non usano il cognome), Milani Denise (questi invece sono i compagni della scuola media, in cui ci si chiama per cognome), foto Denise Milani (qui si bada subito al sodo), semplicemente Milani e perfino Denise Milani prova costume (sic). Sembra abbastanza probabile che tutti questi fossero interessati soprattutto alle sue… alle…
Dicevo, interessati ad altro e non alla storia dello sfortunato professore di fisica.
Il che un po’ la prima volta che te ne accorgi ti pone dei problemi, della serie: ma io li voglio questi visitatori, che aspettano il caricamento del sito già con la bava alla bocca?
Alla fine ho deciso di infischiarmene, nel senso che se di una cosa valeva la pena di parlarne e di farci sopra un articolo questo deve prescindere dalle possibili reazioni (negative ma anche positive), altrimenti si va su una china dalla quale non si risale più, ma certo ci sono tre articoli che ricorrentemente mi causano dei sobbalzi.
Uno è quello sulla pubblicità della Figo, l’India, Berlusconi, il bondage, il sesso e le insegne del potere. Non dovrei dirmelo da solo, ma a me è sempre sembrato un bell’articolo meditato, oltre che molto innocente: il visitatore medio invece ci arriva perché cerca Saudelli in combinazione con bondage (colpa mia che ci ho messo una sua vignetta, ma veniva da Dylan Dog) oppure per vie più definite (foto ragazze legate e imbavagliate è l’esempio più recente). L’altro è quello in cui ironizzavo sul modo di Wikipedia italiano di catalogare le attrici porno (qui sono meno sorpreso, anche se tuttora non riesco a spiegarmi esattamente cosa cercasse quello che ha digitato tedesche porno treno naturale, salvo che non si debba dare la colpa al T9), e l’ultimo è l’articolo, davvero innocente, sul cyberbullismo, il porno vendicativo e Mamma Orsa: per questo ho trovato la chiave di ricerca sinora più inquietante in assoluto, filmati pornografici gratis di cameriere torturate nude. A parte che sembra un titolo preso da Ridere per ridere di John Landis, devo dire che di primo acchito mi sono chiesto: ma se sono nude come si fa a sapere che sono cameriere?
E però, e domande oziose a parte, avere un blog e controllare le chiavi di ricerca è un po’ una finestra aperta sul baratro della Rete, e non sempre quello che vedi passare è particolarmente gradevole.
Tutto sommato io sono ai margini: a parte questa quota di cacciatori di porno, che credo sia fisiologica, gli unici altri visitatori sgraditi sono quelli che digitano i nomi dei principali neonazisti americani, che io ho menzionato nell’articolo sull’insediamento di Leith. La mia posizione credo sia abbastanza facilmente immaginabile (esattamente la stessa di Belushi, ma senza limitazioni geografiche), quindi non credo che trovino molta trippa per gatti, chiunque siano.
Tutto sommato, poca roba. Tranne una cosa.
Una cosa che non so come catalogare: incomprensibile? Vagamente disturbante? Non proprio inquietante, ma fuori squadra quel tanto che basta a mettere a disagio.
C’è un vasto numero di persone che arriva sul mio sito perché vuole sapere dove abita Jennifer Lawrence. Non come è fatta la casa di Jennifer Lawrence, o se vive coi genitori o cose del genere, no, proprio dove abita nel senso dell’indirizzo di casa.
Il che fa nascere la domanda: ma perché lo vogliono sapere? A cosa gli serve saperlo?
Cioè, sono tutte ragazzine italiane che si apprestano a partire per Los Angeles e si chiedono se possono fare una capatina a casa della loro beniamina? Sono stalker innamorati che sperano che presentandosi a casa sua con un mazzo di fiori lei gli caschi fra le braccia? Gente che poi spera di spiarla da Google Earth? Oppure perché? Tra l’altro è una ricerca estremamente specifica: c’è ovviamente gente che arriva qui perché cerca l’intervista su Rolling Stones che io ho tradotto o qualcosa di simile, ma questa è un’altra cosa, del tutto separata.
È un piccolo mistero del sito, però ogni tanto ci ritorno, perché è probabilmente altrettanto significativo di tutte le altre chiavi di ricerca più frequenti: c’è dentro la capacità della nostra società di creare idoli, il desiderio di imitazione e di possedere l’oggetto del desidero, la pressione che tutto questo pone sulle spalle dell’idolo in questione, e tante altre cose. Tutte, lo ammetterete, altrettanto significative degli amanti di Denise Miani e delle sue… le sue…
Comunque.