Ho salvato due turisti in viale Cimitero (è per questo che il turismo così tanto sviluppò)
Anni fa sono stato a Genova con Maria Bonaria, per un seminario formativo del CPPP (che sarebbe il Centro psicopedagogico per la pace di Daniele Novara) e un po’ di turismo.
Una cosa che ci aveva colpito è che appena tiravamo fuori la cartina c’era subito qualcuno, gentilissimo, che ci diceva: «Vi servono indicazioni?». A Genova, dove gli abitanti non hanno, ammettiamolo, tutta questa fama di cortesia: e invece io ne ho un ricordo fantastico.
È in onore loro che a Cagliari, ogni volta che vedo dei turisti appena appena perplessi, con la cartina girata al rovescio, fermi a un angolo della strada a dibattere o che si guardano ansiosamente intorno alla ricerca di un segnale stradale, li vado a salvare. «Avete bisogno di aiuto? Do you need help? Directions?», dico.
C’è un certo numero che fa segno non abbiamo bisogno di niente con lo stesso gesto con cui ci si libererebbe di un venditore di tappeti turco. Probabilmente pensano che io sia un venditore di tappeti turco.
La maggior parte, però, fa un sorriso, una risatina di autocompatimento e poi dice cose tipo: «Well, actually we…» e poi spiega che vuol fare: andare alla spiaggia, trovare un ristorante («Yeah, what kind? Fish? Meat? Typical?», «Pizza!!!»), andare in centro, esplorare negozi. Quelli di ieri volevano vedere i fenicotteri.
In viale Cimitero.
A piedi.
Ottimisti, peraltro. Gli ho detto che era lontano, e loro mi hanno chiesto quanti chilometri, con diffidenza nordica per i mediterranei posapiano. Lontano, adesso, che sarà mai? Uno, due chilometri?Una coppia di anglosassoni sportivi, che non temono niente. I migliori candidati per una bella marcia di dieci chilometri sotto il sole d’agosto da concludere con un coccolone.
Hanno rifiutato sdegnosi la mia proposta di andare a Monte Urpinu a guardare da lontano. Farli entrare nella pista ciclabile di Su Siccu era troppo difficile da spiegare, alla fine li ho mandati al Mediterraneo a prendere l’autobus per la spiaggia (any “P” line, P ef, P en, nine P) col suggerimento di scendere all’ottava fermata.
Spiegare il concetto cagliaritano di “numero delle fermate della spiaggia” non è semplicissimo, così gli ho anche spiegato che l’ottava fermata è quella dell’Ospedale Marino.
Anche spiegare il concetto di “Ospedale Marino” non è semplicissimo. Forse potevo trovare qualcosa di meglio di hospital-by-the-sea, ma l’importante è capirsi. Opposite the beach, you’ll find the gateway to the park. And you can also take a coffee on the beach, in the meantime. Lots of kiosks.
Speriamo non siano finiti a Quartu.
Insomma, quando posso salvo turisti smarriti. Gli amici lo sanno. Dopo di me ha cominciato a farlo anche Maria Bonaria, e anche lei si diverte molto.
E ieri pensavo: mentre i locali e i ristoranti della Marina sembrano avviati definitivamente verso il predatorio (non oggi, non domani, ma prima o poi…) bisognerebbe farne di più di queste cose.
Perché quello che salva Cagliari, oltre il mare, il sole, i panorami, i fenicotteri è che, come dicono gli studenti Erasmus, i cagliaritani sono “gentili” e “simpatici”. E un po’ di simpatia potrebbe compensare la bottiglietta d’acqua da mezzo litro a un euro e venti.
E quindi io non ho tempo perché impegnato a salvare il mondo altrimenti, ma se io fossi una organizzazione di volontariato, gli Scout, un gruppo di amanti di Cagliari, un’associazione locale, rilascerei a un gruppo di miei soci opportunamente formati un badge con scritto: «Do you need directions? Ask me!». Dopotutto per gli scout sarebbe quasi come aiutare le vecchine ad attraversare la strada.
Anzi, ancora meglio: chiederei al Comune, dando garanzie sulla formazione dei miei associati, di poter mettere lo stemma del Comune sul badge, così la cosa è più ufficiale e i turisti non pensano che gli vuoi vendere tappeti. Turchi.
E se fossi la Cagliari Unofficial Guide, o qualcosa di simile, regalerei agli scout suddetti un po’ di copie della mia guida, da regalare ai turisti dopo averli instradati, per avere qualcosa in più da vedere.
Che poi se metti insieme Comune, un’associazione e la Cagliari Unofficial Guide hai già una rete. Anzi una rete pubblico-privato con la partecipazione del no profit. Il massimo. E l’unico costo sarebbe quello dei badge, perché qui parliamo di volontariato.
Secondo me non sarebbe male.
Ah, già che ci siamo: ieri ero in piazza Galilei a mangiare un hamburger da una simpatica signora artigiana (non buono come Lo Squisito, ma più che rispettabile) e sono entrati due spagnoli a chiedere informazioni. Quelli parlavano un italiano passabile (o un discreto esperanto latino) e penso che saranno arrivati al Bastione come desideravano, ma ci sarebbe un’altra cosa facile da fare. Il Comune o la Camera di Commercio potrebbe rilasciare ai negozianti che ne facciano richiesta e che dimostrino il possesso di una lingua straniera, un cartello, con timbro ufficiale per i motivi suddetti, con scritto: Here we speak English oppure Ici, nous parlons français eccetera (come si dirà in russo?). Nei suddetti locali ci potrebbero essere anche le cartine stradali che il Comune distribuisce, o la Cagliari Unofficial Guide.
Anzi, la cosa più figa sarebbe combinare questa roba con quei tizi degli abbracci gratis: Here free hugs and directions for English speaking travellers.
Sarebbe fighissimo. Anzi, di più: simpatico. Come i cagliaritani.
Bravissimo! Anche io ho sempre amato aiutare i turisti. E dato che il mio inglese lascia a desiderare, se è fattibile li accompagno di persona. Qualche settimana fà è successo a Castello, una coppia mi chiede in inglese dove si trova la Cattedrale e allora faccio loro di seguirmi e li accompagno. Mi volevano pure dare una mancia, che ovviamente ho rifiutato!
Anche l’ente del turismo scozzese è d’accordo con te.
http://www.visitscotland.com/it-it/incontrate-gli-scozzesi/
Recita così:
Benvenuti in Scozia! Nel 2014 il paese sarà in festa con l’anno di Homecoming Scotland, che vedrà svolgersi centinaia di eventi sul suo territorio. Visitate la Scozia ed incontrate i suoi cordiali abitanti, oppure consultate ora i loro consigli di viaggio. Trovate idee su eventi come lo Stonehaven Fireball Festival o imparate di più sulle attività praticabili e sulla natura: le migliori spiagge da cui avvistare i delfini o il periodo migliore per assaggiare gustose specialità come le cappesante.
Pensa un pò i sardi e gli scozzesi….
Maria Bonaria
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